Messalino di Martedì 7 Febbraio
Dal libro della Genesi (1,20 - 2,4a)
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando.
Queste sono le origini del cielo e della terra quando vennero creati.
* La creazione dell’uomo è il completamento dell’opera di Dio. Maschio e femmina. Ciò che dunque è stato previsto nel piano creativo di Dio è la coppia umana, non come due esseri separati, ma come due aspetti dell’essere umano preso nella sua totalità. Viene sottolineata l’idea del dominio dell’uomo sul mondo creato. L’uomo è veramente il re della creazione, per volontà di Dio.
Salmo Responsoriale (dal Sal 8)
O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
Canto al Vangelo (Sal 118)
Alleluia, alleluia. Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti; donami la grazia della tua legge. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (7,1-13)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
* I farisei notano che i discepoli di Gesù non compiono le abluzioni prescritte dalla Legge prima di accingersi a mangiare. Gesù spazza via queste tradizioni umane che minacciavano di soffocare la libera espressione del Vangelo e pone in primo piano il comandamento di Dio, il comandamento dell’amore.
Spunti di Riflessione
L’amore al di sopra di tutto
Gesù sceglie un caso particolarmente grossolano per dimostrare che il precetto umano può condurre alla trasgressione del comandamento divino. Il dovere di onorare il padre e la madre e di assistere i genitori vecchi e bisognosi era stato affermato da un comandamento di Dio. Ma anche mantenere un voto costituiva un dovere sacro. L’abuso di danneggiare i genitori col voto del corbàn era frequente al tempo di Gesù. Gesù pone il comandamento dell’amore al di sopra dell’olocausto e degli altri sacrifici (cf 12,33) e non permette di trascurare il dovere verso i genitori nemmeno con la scusa di un voto. Dio non vuole essere amato e onorato a spese dell’amore del prossimo. Dio è amore e vuole solo amore, quell’amore del prossimo per mezzo del quale egli stesso viene amato. È il principio fondamentale posto alla base di tutta la nostra condotta: l’amore di Dio e del prossimo si inseriscono l’uno nell’altro indissolubilmente (cf 2,30-31). Leggiamo nella Prima Lettera di Giovanni: «Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il fratello» (4,21). Nell’amore viene superata ogni forma di legalismo. Ciò che talvolta tiene lontano da Dio e dal prossimo le persone buone sono le tradizioni religiose staccate dall’amore, che è la loro sorgente e la loro unica motivazione.
«Il vostro cuore è lontano da me»
Nessun peccato allontana da Dio quanto la pretesa di una bravura religiosa. L’autogiustificazione annulla la giustificazione, togliendoci la vera conoscenza di noi stessi come miseria e di Dio come misericordia. Ci spinge a fare di tutto, fino a sforzarci di amare, piuttosto che accettare di essere amati gratuitamente e fidarci di Lui. Così il nostro cuore resta duro, morto e calcificato, sordo e cieco all’amore e alla vita. Abbiamo occhi che non vedono, orecchi che non odono. Gesù, con il suo “pane” ci guarisce dalla nostra sordità e cecità; Egli è il maestro capace di scrivere nel nostro cuore la legge interiore dell’amore. Il discepolo che mangia quel “pane” e ne vive, fonda la sua vita non sull’osservanza della legge, ma sulla grazia.
La Parola per me, Oggi
Fa’ entrare oggi Gesù nella tua vita e lascia che il suo sguardo osservi le tue azioni. Con che cuore ti accosti alle cose, anche quelle buone, che fai? Dov’è il tuo cuore quando le tue labbra lo “onorano”? Ti accosti a Lui per abitudine con gesti e azioni meccaniche o lo cerchi con cuore sincero?
La Parola si fa Preghiera
Donami di custodire con ogni cura il mio cuore, Signore, perché non mi accada d’essere un sepolcro imbiancato e d’infrangere con fantasmi di cose vane il ricordo puro e incessante della tua legge d’amore.
«Il fosforo, se messo alla luce, poi illumina nel buio. Il cristiano sarà luce del proprio ambiente se si metterà alla luce di Cristo, nella preghiera, nei sacramenti. Ogni comparsa dell’apostolo deve essere come un’apparizione di Gesù»