Messalino di Martedì 9 Agosto 2016

Messalino di Martedì 9 Agosto 2016

Dal libro del profeta Osèa (2,16b.17b.21-22)

Così dice il Signore: 
«Ecco, la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Là mi risponderà
come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore».

* Quale deserto? Si tratta dell’interiorità. È infatti nel silenzio del cuore, nel distacco dalle cose vane pur vivendo la ferialità dei giorni, che il Signore mi attira, mi ama, mi sposa.

Salmo Responsoriale (dal Sal 44)
Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore. 

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 

Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. 

Condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.

Canto al Vangelo 
Alleluia, alleluia. Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona, che il Signore ti ha preparato per la vita eterna. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Spunti di Riflessione

L’olio nella lampada
Mentre lo sposo si faceva aspettare, si assopirono tutte e si addormentarono. Nella vita avviene un lento disfacimento del fisico. Il corpo soggiace al martellamento del tempo che lo stritola; dovrà poi risorgere. Però l’anima deve essere vigilante.
«Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l’ora». Ecco la punta della parabola. Vigilanza continua. Ogni giorno trovarsi pronti. La nostra vita dev’essere una gioiosa attesa. Va vissuta in una mentalità da pellegrini, da stranieri, perché noi siamo cittadini dell’aldilà.
La nostra vita dev’essere soprattutto pervasa di amore; occorre avere l’olio della lampada, alimentare continuamente nel nostro cuore la carità, l’amore verso gli altri. Al Battesimo, quando ci hanno presentato il cero, il Sacerdote diceva: «Ricevi questa lampada accesa e conserva intatto il tuo Battesimo. Pratica i comandamenti di Dio, perché quando il Signore verrà per le nozze eterne tu possa andargli incontro con tutti i suoi Santi». S. Agostino, quando commenta questa parabola delle dieci vergini, esce in questa espressione: «Che il vento della tentazione e della prova, avvivi il fuoco della vostra lampada piuttosto che spegnerla».
San Francesco di Sales ripeteva queste espressioni tanto belle: «I vostri fratelli, sopportateli. Metteteli nel vostro cuore. Al centro del vostro cuore». «L’anima del prossimo è come l’albero della scienza del bene e del male nel Paradiso terrestre. Proibito toccarlo, offenderlo». Quando il card. Newman era moribondo gli fu chiesto: - Come si sente? E lui parlando lentamente rispose: - Mi sento come uno scolaretto che ha finito l’anno scolastico e attende impaziente e gioioso di andare a casa. Ecco l’attesa impaziente e gioiosa del ritorno del Signore.

La Parola per me, Oggi

Qui siamo di passaggio, “la nostra cittadinanza è di là”. Occorre vivere come stranieri (dice S. Pietro), come in un paese estraneo al nostro. Noi siamo dei profughi, dei fuori-patria quaggiù, dei pellegrini. L’arrivo di Gesù è improvviso: quando meno lo si aspetta.

La Parola si fa Preghiera

Dove saremo portati su questa terra noi non sappiamo. Ma non dobbiamo nemmeno chiedercelo prima del tempo. Sappiamo soltanto che per coloro che ti amano, Signore, tutte le cose volgono al bene e che le tue vie vanno oltre questa terra. (Edith Stein)
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