Messalino di Mercoledì 1 Marzo

Messalino di Mercoledì 1 Marzo

Dal libro del profeta Gioele (2,12-18)

Così dice il Signore:
«Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio,
perché egli è misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore,
pronto a ravvedersi riguardo al male».
Chi sa che non cambi e si ravveda
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio.
Suonate il corno in Sion,
proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra.
Radunate il popolo,
indite un’assemblea solenne,
chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo.
Tra il vestibolo e l’altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
«Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al ludibrio
e alla derisione delle genti».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli:
«Dov’è il loro Dio?».
Il Signore si mostra geloso per la sua terra
e si muove a compassione del suo popolo.

* Se il digiuno manifesta l’unanimità del popolo nella conversione (vecchi, fanciulli, lattanti, sposi, sacerdoti) e se questa conversione è vera, Dio può benedire il suo popolo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 50)
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (5,20 - 6,2)

Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

* La riconciliazione impegna totalmente l’umanità in un nuovo stato tanto che Paolo non esita a paragonarla a una nuova creazione. Di questa creazione, Gesù è l’uomo nuovo e bisogna appartenergli.

 

Canto al Vangelo (cf Sal 94,8)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Lode a te, o Cristo...

Dal Vangelo secondo Matteo (6,1-6.16-18)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

* Con sguardo di acuta penetrazione, Gesù svela l’opposizione tra la vera pratica della giustizia e quella falsa. Viene essa esercitata per amore dell’uomo, o per amore di Dio? Dietro le opere buone può nascondersi l’amore del proprio io.

 

Spunti di Riflessione

“Il Padre tuo che vede nel segreto”
«Non suonare la tromba davanti a te»: cioè non metterti in vista, non farti vedere. Primo suggerimento: nel nascondimento. Nascosto, che nessuno sappia niente, perché se suono la tromba, se mi faccio notare, se mi metto in mostra sono come gli ipocriti, quelli che non sono sinceri, i finti. «E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Già la prima ricompensa è questo vedere del Padre, lo sguardo del Padre. Ti avvolge di uno sguardo di amore così bello! Quando ci si sente guardati da una persona cara si trasalisce di gioia. «Nel segreto»: nel cuore, nell’intimo, nell’io profondo, ti ricompenserà. Già ti avvolge di uno sguardo che è una carezza di amore, sei il suo compiacimento, poi ti prepara una cosa stupenda. Vedremo quando arriveremo di là che cose bellissime ci ha preparato il Padre. Impazziremo di gioia, sarà la sorpresa più bella, saremo fulminate dalla gioia, ma questa gioia comincia già adesso nello sguardo di amore del Padre.
Questo riguardo all’amore verso il prossimo. Dunque: donare un piccolo servizio, un piccolo dono, una piccola carità, una piccola attenzione, una presenza nascosta, poi non starci a pensare.
«Quando pregate»: amore verso Dio, il dialogo di amore con Dio. Prima ascoltarlo, poi dirgli quello che noi sentiamo. «Non siate simili agli ipocriti»: li chiama insinceri quelli «che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe», in piedi davanti a tutti come il fariseo e negli angoli delle piazze. «Negli angoli»: nella piazza arriva tutta la gente, nell’angolo tutti lo possono vedere... Vogliono farsi vedere, essere al centro dell’attenzione degli uomini.
«Tu invece quando digiuni»: quando ti mortifichi, e anche quando accetti la sofferenza, gli inevitabili dolori di ogni giorno. Diceva giustamente William James, che è stato uno dei più grandi psicologi, filosofi americani: «Bisogna educare i giovani ogni giorno a fare una piccola mortificazione. È come pagare una tassa di assicurazione contro gli incendi, gli incendi delle passioni». Arriverà il momento in cui scoppieranno gli incendi delle passioni, ma tu hai già pagato la tassa di assicurazione, sei a posto. Ogni giorno una piccola mortificazione, almeno una: è una tassa di assicurazione contro gli incendi delle passioni.
«Ti ricompenserà». E che ricompensa! Intanto, ora, il Padre tuo ti dà tre carezze, non una sola, tre carezze di sguardo: per l’elemosina, per la preghiera e per il digiuno. Poi una triplice ricompensa, divina, lassù.

Che bel programma per la Quaresima: nell’amore verso gli altri: ogni giorno un piccolo servizio nascosto, senza farsi notare; nell’amore verso Dio: preghiera personale in camera blindata; e nell’amore verso se stessi: nel digiuno, nella mortificazione, nella sofferenza inevitabile di ogni giorno, che è la tassa di assicurazione da pagare. Profumati la testa e lavati il tuo volto: cioè donati e fa attenzione agli altri. Il profumo è questo dono, dono agli altri.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi invoco lo Spirito con intensità di cuore e mi decido per qualche pratica spirituale che mi accompagni in questa Quaresima. È poco quello che faccio? Sia però per amore di Dio. Raddrizzare il movente del mio agire e compiere le mie buone azioni sotto il suo sguardo di Padre che è nel segreto e vede nel segreto.

 

La Parola si fa Preghiera

A Te, Padre, che ami incontrarmi nel segreto del cuore, consegno le chiavi della mia vita interiore. Custodiscimi, perché sempre al suono della tromba io preferisca le note del silenzio e agli occhi ammirati degli uomini, lo sguardo della Tua compiacenza.

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