Messalino di Mercoledì 13 Settembre

Messalino di Mercoledì 13 Settembre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (3,1-11)

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria; a motivo di queste cose l’ira di Dio viene su coloro che gli disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando vivevate in questi vizi. Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che  lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

* Se la vita del cristiano viene di lassù, è «data» al cristiano, il quale non ha più da preoccuparsi di farla vivere con tecniche terrestri di salvezza, perché essa non cessa di essere donata di lassù, come attraverso una risurrezione.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 144)
Buono è il Signore verso tutti.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

 

Canto al Vangelo (Lc 6,23ab)
Alleluia, alleluia. Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (6,20-26)

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel  giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

* Le beatitudini non sono promesse ai poveri in quanto tali e le maledizioni non riguardano i ricchi perché ricchi. Di fatto, Gesù loda i primi che vivono allo stesso tempo in due mondi: il presente e l’escatologico; e minaccia i secondi che vivono in un solo mondo: quello che tiranneggia quasi inevitabilmente colui che conduce una vita comoda.

 

Spunti di Riflessione

Appartenere al Regno di Dio
Il messaggio di Gesù significa salvezza per i poveri e i perseguitati, la loro ricompensa è grande nel cielo; nello stesso tempo esso è condanna per i ricchi e i soddisfatti di sé - perché hanno già la loro consolazione. Già ora si decide chi entrerà nel regno di Dio e chi invece ne sarà escluso.
Gesù è un rivoluzionario potente: a lui non importa questo mondo terreno, non importano le ricchezze e la terra. A lui importa il Regno di Dio. Il suo messaggio è il messaggio del Regno di Dio, della vita divina che deve circolare in tutti gli uomini. Egli trascende questo mondo e parla di un mondo nuovo; va al di là di tutto ciò che è umano e afferma il Regno di Dio. La grande rivoluzione, incominciata con Cristo, troverà un giorno la sua piena realizzazione.

Léon Bloy scrisse questo commento:
- Un cristiano non può essere salvato che da uno dei suoi fratelli che lo accolga fra le sue braccia e lo porti attraverso l’acqua e il fuoco.
- L’amore di Dio è un’espressione che mi fa stemperare in lacrime. Eppure in tutti coloro che muoiono di sete zampilla una fontana: Dio. Perché questi sciagurati non bevono?
- Non possiamo guardare una creatura senza tremare d’amore.
- Prendersi gioco del povero significa camminare sul cuore di Gesù.
- Più andremo verso Dio e più saremo uniti gli uni agli altri. Gli esseri umani non sono paralleli ma convergenti; è Dio il loro punto focale.
- Il popolo di Dio siamo tutti noi: io, il falegname, il fabbro, l’impiegato d’ufficio, lo spazzino, il poeta. Il popolo di Dio è tutto ciò che è povero, tutto ciò che soffre e tutto ciò che è profondamente umile; è l’immenso gregge sperso nella solitudine, la moltitudine dei cuori che piangono e camminano alla ricerca del Paradiso.
- È straordinario pensare (e c’è da morire di ammirazione nel dirlo) che un povero cristiano, un miserabile arnese di impiegato che gratta una banale carta amministrativa per copiare asinate e che continuerà così fino alla morte abbrutendosi sempre di più, ha un’anima che, tutto sommato, è costata la vita del Figlio di Dio.
- Soltanto i poveri dànno spontaneamente; i ricchi vogliono essere sempre sollecitati.

 

La Parola per me, Oggi

Gesù non ha mai emarginato i ricchi, però è pur vero che non è stato mai tenero con la ricchezza, e questo perché il denaro provoca attaccamento, chiusura e avarizia, che partendo dal cuore dell’uomo lo contaminano. È difficile avere il portafoglio gonfio e il cuore sgombro. Quando su questa terra ci sentiamo pienamente soddisfatti, allegri e a nostro agio, guardiamoci dentro e chiediamoci: desiderio di Dio dove sei andato a finire?

 

 

La Parola si fa Preghiera

Sono molti, oggi, gli uomini che piangono o che hanno fame, sono molti i poveri e le vittime dell’ingiustizia. O Dio, Padre nostro, accendi nella loro desolazione una scintilla della tua gioia, e insegnaci ad andare in loro aiuto e a metterci dalla loro parte, sull’esempio del tuo Figlio, il Cristo Gesù, nostro Signore.

 

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