Messalino di Mercoledì 20 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (3,14-16)
Figlio mio, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità:
egli fu manifestato in carne umana
e riconosciuto giusto nello Spirito,
fu visto dagli angeli
e annunciato fra le genti,
fu creduto nel mondo
ed elevato nella gloria.
* La comunità cristiana nel mondo è anzitutto la «casa di Dio» o la «famiglia di Dio». A questa assemblea di uomini appartenenti a Dio (sorgente della loro vita) è devoluto il ruolo di colonne e di sostegno della verità.
Salmo Responsoriale (dal Sal 110)
Grandi sono le opere del Signore.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.
Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.
Canto al Vangelo (Gv 6,63)
Alleluia, alleluia. Le tue parole, Signore, sono spirito e sono vita; tu hai parole di vita eterna. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
* Gesù paragona i farisei e gli scribi a fanciulli capricciosi, che nessuno riesce ad accontentare. Di fronte a qualsiasi proposta essi trovano sempre qualcosa da ridire e una scusa; tutti gli inviti, per quanto ben intenzionati, sono respinti con apatica indifferenza.
Spunti di Riflessione
Sorpresa e danza per il nuovo
La Sapienza che parla per bocca di Gesù, venne riconosciuta dal popolo e dai peccatori; ma i capi del popolo non appartengono ai «figli della Sapienza».
Pur facendo tutto il possibile nei confronti dei capi del popolo di Israele, Giovanni Battista e Gesù si trovano di fronte ad un ostinato rifiuto. Il popolo ebraico non vuole abbandonare il quieto vivere garantito dalla propria autogiustificazione e dal sicuro possesso delle promesse di Abramo: «Noi abbiamo già Abramo e Mosè, non abbiamo bisogno di altro!».
L’obiettivo della parabola è chiaramente l’ostinazione e l’indurimento di Israele. Per i farisei e gli scribi, che credono di essere completamente a posto, è assurdo sottoporsi al battesimo di penitenza di Giovanni di cui non sentono affatto il bisogno! Ma non vogliono neanche avere a che fare con Gesù, perché è «amico dei pubblicani e dei peccatori» (Mt 11,19; Lc 7,34) con cui non vogliono avere rapporti, pensando di detenere il monopolio di Dio e della pietà.
Il paradosso insito nelle scuse e nei pretesti dei farisei viene illustrato facendo presente che essi affermano che Giovanni Battista «è indemoniato» (Mt 11,18; Lc 7,33), perché non mangia, né beve. Ma siccome Gesù, «il Figlio dell’uomo» (Mt 11,19) mangia e beve hanno osato accusarlo oltraggiosamente di essere un «mangione e un bevitore» (Mt 11,19; Lc 7,34). Qualunque cosa si faccia è impossibile salvare chi non lo vuole.
«Credere che non c’è niente di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più perfetto di Cristo. E non solo non c’è, ma con geloso amore mi dico che non può esserci, e non basta: se anche mi dimostrassero che Cristo è fuori della verità, ed effettivamente risultasse che la verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità» (F. Dostoevskij).
La Parola per me, Oggi
Noi diciamo: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Dio è là, ogni giorno egli ci fornisce nutrimento per la nostra fede e noi passiamo oltre senza accorgerci di nulla. Cerchiamo, oggi, di non comportarci più come degli stolti e stiamo invece più attenti. Dio ci conceda la sapienza, il suo modo di vedere tutto e tutti, il suo modo di vedere la nostra stessa vita.
La Parola si fa Preghiera
Signore, noi siamo abili nel contrastare il tuo gioco: invece di convertirci, parliamo di misericordia, invece di aver misericordia, parliamo di conversione. Donaci coscienza e lutto per il male che facciamo, sorpresa e danza per il bene che ci fai.