Messalino di Mercoledì 25 Ottobre
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (6,12-18)
Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
* La vittoria che Cristo ha riportato sul peccato (cfr Col 2,14s) si afferma nel mondo, nella misura con cui i battezzati e i credenti contestano a quest’ultimo il suo dominio.
Salmo Responsoriale (dal Sal 123)
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi
— lo dica Israele —,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Canto al Vangelo (Mt 24,42a.44)
Alleluia, alleluia. Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
* Si vuole indicare il carattere improvviso della Parusìa. Quello che costituisce un dovere per tutti è, a maggior ragione, una necessità per chi ha il peso della responsabilità, di un’opera, di un governo (cfr 1Ts 5,12).
Spunti di Riflessione
Una vita pasquale
* Chi nel Regno di Dio riceve incarichi di responsabilità e deve aver cura degli altri, è obbligato a una doppia attività e prontezza. Una dignità più alta aumenta la responsabilità; una carica significa un obbligo. La misura della loro responsabilità è in rapporto diretto con la chiara conoscenza e con la grandezza del compito loro affidato. Gli impulsi dell’egoismo e il poter far ciò che gli piace lo inducono all’infedeltà.
* In Luca vi sono come tre livelli escatologici. Uno passato: il mondo è già finito e il Regno già venuto in Gesù. Uno futuro: il mondo finirà e il Regno verrà alla fine del mondo, anticipato per ciascuno nella morte personale. Uno presente: il mondo finisce e il Regno viene quando il credente vive l’Eucaristia. Culmine e origine di tutta la vita cristiana, essa riporta nel presente il passato e il futuro di Gesù; il Signore morto e risorto si fa nostro cibo per farci condurre una vita pasquale in attesa del suo ritorno. Questo brano si mette in quest’ottica. Ricco di termini eucaristico-pasquali, chiama tutti, specialmente chi nella comunità ha qualche ministero, a vivere da amministratore fedele e saggio, libero da ogni avidità e attento al servizio dei fratelli.
La Parola per me, Oggi
Sentiti oggi chiamato a prendere seriamente coscienza delle tue responsabilità davanti a Dio: devi testimoniarlo come e con Gesù davanti a tutto il mondo.
La Parola si fa Preghiera
Signore Gesù, figlio dell’uomo, tu verrai nell’ora che noi non pensiamo. Aiutaci a prepararci a questo incontro impegnandoci fedelmente, giorno dopo giorno, al servizio dei fratelli. Lo chiediamo a te, che sei la nostra speranza, per i secoli dei secoli.
* IL MIO ROSARIO
«Vergine, cattedrale del Silenzio, anello d’oro del tempo e dell’eterno: tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella carne. Vieni e vai per gli spazi a noi invalicabili» (P. David Maria Turoldo).
La discesa dello Spirito Santo.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.