Messalino di Mercoledì 26 Ottobre
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (6,1-9)
Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre! Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra. E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore.
Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.
* «Onora il padre e la madre»: è una formula conosciutissima. Paolo s’interrompe e intercala: «Ecco un comandamento di primaria importanza accompagnato da una promessa: “Perché tu sia felice e viva a lungo sulla terra”». A Paolo importa sottolineare come con quella promessa Dio abbia messo l’accento in modo unico sul quarto comandamento.
Salmo Responsoriale (dal Sal 144)
Fedele è il Signore in tutte le sue parole.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Canto al Vangelo (cf 2 Ts 2,14)
Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (13,22-30)
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
* La domanda da cui Gesù prende le mosse: «Saranno pochi quelli che si salveranno?», pone il problema della decisione personale per salvarsi o per dannarsi. La risposta di Gesù è un richiamo a optare e a decidersi. La porta è ancora aperta. Non servirà a nulla, in seguito, appellarsi al fatto che i Giudei lo abbiano conosciuto personalmente, che si siano incontrati con lui durante la vita, che gli abbiano parlato e abbiano mangiato con lui. Ciò non farà altro che aggravare la loro responsabilità.
Spunti di Riflessione
«Sforzatevi!»
Dio è l’unica persona leale: non ci attira con gli “specchietti” né con la demagogia, che è sempre un inganno. Apertamente egli dice: «La vostra liberazione, la conquista della salvezza, il cammino della vostra felicità passa attraverso la croce, attraverso il martirio». La fede di una persona diventa adulta solo quando la croce non scandalizza più, quando non scoraggia più, ma diventa cammino quotidiano con Cristo e accoglienza della forza di Cristo nella propria vita. L’hanno capito i santi. La vita è bella non nell’egoismo, ma quando si appropria della croce e la riempie di un amore che libera. Dopo aver ricordato questa scomoda verità, Gesù sviluppa una conseguenza: se la strada di Dio passa attraverso la croce, tutte le altre strade allontanano da Dio. Pertanto saranno esclusi dall’incontro con Dio tutti coloro che, pur frequentando il culto, pur conoscendo il Vangelo, pur accostandosi ai sacramenti, vivranno una vita contro di lui, cioè contro l’amore vero, contro l’amore che abbraccia anche il sacrificio.
«Si sente spesso dire che la rinuncia è l’aspetto negativo del cristianesimo. Forse sarebbe meglio dire che è il rovescio necessario dell’amore» (B. M. Chaevignard).
La Parola per me, Oggi
Cerchiamo oggi di imboccare la porta stretta vivendo il nostro amore a Gesù nelle croci dell’impegno di questo giorno.
La Parola si fa Preghiera
Signore, aprici! Tu sai chi siamo, conosci la nostra debolezza. Non abbiamo meriti da far valere ma chiediamo alla tua misericordia di aprirci le porte del tuo Regno.
Il Mio Rosario (con Giovanni Paolo II)
Il primo significato dell’ascensione è proprio questo: rivelare che il Risorto è entrato nell’intimità celeste di Dio. Cristo sparisce agli occhi di suoi discepoli, entrando nella sfera trascendente di Dio invisibile.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.