Messalino di Mercoledì 27 Novembre

Messalino di Mercoledì 27 Novembre

 

Dal libro del profeta Danièle (5,1-6.13-14.16-17.23-28)

In quei giorni, il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine. Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme, e il re, i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.
In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere sull’intonaco della parete del palazzo reale, di fronte al candelabro, e il re vide il palmo di quella mano che scriveva. Allora il re cambiò colore: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro.
Fu allora introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele, un deportato dei Giudei, che il re, mio padre, ha portato qui dalla Giudea? Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e risolvere questioni difficili. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai terzo nel governo del regno».
Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da’ ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione. Ti sei innalzato contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandato il palmo di quella mano che ha tracciato quello scritto. E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, e questa ne è l’interpretazione: Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine; Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente; Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani».

* Daniele interpreta le misteriose parole scritte dalla mano di Dio. Si tratta della condanna di coloro che hanno profanato i vasi sacri del tempio di Gerusalemme.

 

Salmo Responsoriale (Cant.: Dn 3,62-67)
A lui la lode e la gloria nei secoli.

Benedite, sole e luna, il Signore.
Benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore.
Benedite, o venti tutti, il Signore.

Benedite, fuoco e calore, il Signore.
Benedite, freddo e caldo, il Signore.

 

Canto al Vangelo (Ap 2,10c)
Alleluia, alleluia. Sii fedele fino alla morte, dice il Signore, e ti darò la corona della vita. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

* La persecuzione, i tribunali e le pene saranno sostenute dai discepoli a causa del nome di Gesù.

 

Spunti di Riflessione

Perseguitati per amore
Verrà la persecuzione. Per il loro amore a Gesù, i cristiani saranno odiati e perseguitati dalle autorità giudaiche e pagane: anche i loro parenti e amici li tradiranno. Saranno autentici testimoni di Gesù. Abbiano però fiducia: Gesù li assisterà, tramite il suo Spirito Santo. Con la costanza e con la sopportazione, cioè con la perseveranza nella fede, i cristiani salveranno la loro vita. Contrasto tra due promesse: «uccideranno alcuni di voi» e «nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». Tutto fa perno sulla fede. Più si crede in Dio, meglio si lavora per la felicità terrena.

Col Rosario al collo
Temperamento forte, combattivo, nobile e semplice, il cardinale ungherese Mindszenty poteva divenire un generale dell’esercito. Divenne un grande servitore della Chiesa attraverso la sofferenza. Quando la polizia, di notte, venne a prelevarlo per sottoporlo al vergognoso processo, di cui parlarono tutti i giornali del mondo, egli, per nulla impressionato, prese con sè poche cose, s’infilò il soprabito, si mise una corona del Rosario al collo, abbracciò la sua vecchia madre che piangeva, e consegnandosi alle guardie, disse: «Eccomi!». Come Gesù nell’orto del Getsemani.

 

La Parola per me, Oggi

Andiamo incontro al Padre senza paura, festosamente accettando gli insulti e le non-accettazioni quotidiane.

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, solo tu conosci i drammi dell’uomo giusto, le sue notti inenarrabili, le domande annegate in mare di silenzio: e tu sempre in ritardo sulle nostre soluzioni...: prima bisogna esaurire gli spazi della ragione e poi credere, Signore. Amen.

◊ L’ORA DELLA MORTE
S. Francesco d’Assisi, il santo del Cantico delle Creature, prima del trapasso, aveva aggiunto al suo cantico l’ultima strofa: «Laudato si, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, alla quale nullo homo vivente può scappare...». Il mattino dell’agonia volle che lo posassero sulla nuda terra, cosparso di cenere, «perché tra poco non sarò che cenere e polvere». E le ultime parole furono: «Voce mea ad Dominum clamavi». (Con la mia voce ho gridato al Signore).

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus