Messalino di Mercoledì 28 Marzo

Messalino di Mercoledì 28 Marzo

 

Dal libro del profeta Isaia (50,4-9a)

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?

* Con la sua Passione Gesù si mostrò il vero Servo Sofferente: filialmente obbedì al Padre, testimoniò la verità fino alla morte e fino a qualcosa di peggiore della morte: l’umiliazione più cocente, “insulti e sputi”.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 68)
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento,
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

 

Canto al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù! Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dal Vangelo secondo Matteo (26,14-25)

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

* Per trenta monete d’argento: si realizza così la profezia di Zaccaria (cf Zc 11,12). Il gesto di Giuda si colloca dunque, malgrado la volontà del suo autore, nella storia drammatica della nostra salvezza.

 

Spunti di Riflessione

«Sono forse io, Signore?»
Nell’anima di Giuda la prima frattura si ebbe quando Gesù disse che avrebbe dato all’uomo il suo Corpo e il suo Sangue come cibo. Il crollo definitivo avvenne la notte dell’ultima Cena, quando Gesù mise in atto la sua promessa. L’Eucaristia, Pane di Vita, è legata alla fedeltà e alla santità, ma è congiunta anche al tradimento e al peccato.
L’amico è una “persona sacra”. È una sicurezza, un punto di riferimento nella vita. Il tradimento dell’amico è una “profanazione”, una “morte”. Ci fa paura viverlo, sentircelo rimproverare anche nel momento della evidenza delle prove. Lo fu per gli apostoli, per Giuda: «Colui che condivide il mio cibo, è lui»; per Pietro: «Allora cominciò a giurare che non conosceva quell’uomo»; per gli apostoli: «E tutti i discepoli fuggirono, lasciandolo solo». La risposta di Gesù: «Ho pregato per te perché la tua fede non venga meno. E una volta convertito, confermi i tuoi fratelli nella fede». Anche il traditore dell’amico è chiamato alla testimonianza di un amore nuovo, divino.

 

La Parola per me, Oggi

«Il maestro ti manda a dire: il mio tempo è vicino». Oggi desidero impegnarmi ad annunciare, con l’esempio di vita, che il tempo di Gesù, del suo “dare la vita” è vicino, cominciando col riconoscere i miei tradimenti, la mia miseria e donando il poco che ho ai fratelli.

 

La Parola si fa Preghiera

Tu sei buono, Gesù, e continui ad amare anche chi, pur restando tra i tuoi discepoli, non ti ama. Libera il mio cuore da ogni ipocrisia perché possa accogliere il tuo amore e sempre più amarti!

 

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