Messalino di Mercoledì 7 Febbraio

Messalino di Mercoledì 7 Febbraio

 

Dal primo libro dei Re (10,1-10)

In quei giorni, la regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi. Arrivò a Gerusalemme con un corteo molto numeroso, con cammelli carichi di aromi, d’oro in grande quantità e di pietre preziose. Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore. Salomone le chiarì tutto quanto ella gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta al re che egli non potesse spiegarle.
La regina di Saba, quando vide tutta la sapienza di Salomone, la reggia che egli aveva costruito, i cibi della sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi, il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro. Quindi disse al re: «Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua sapienza! Io non credevo a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n’era stata riferita neppure una metà! Quanto alla sapienza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita. Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi servi, che stanno sempre alla tua presenza e ascoltano la tua sapienza! Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul trono d’Israele, perché il Signore ama Israele in eterno e ti ha stabilito re per esercitare il diritto e la giustizia».
Ella diede al re centoventi talenti d’oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono più tanti aromi quanti ne aveva dati la regina di Saba al re Salomone.

* Grazie alle fatiche di suo padre, a molta fortuna e a un senso politico sviluppato, Salomone è divenuto un re importante agli occhi dei popoli del Medio Oriente. La situazione politica vi è relativamente calma (1Re 5,18). La sua politica è quella dell’apertura sistematica ai vicini e soprattutto, agli occhi della Scrittura, l’integrazione della sapienza umana del tempo con il genio ebraico (1Re 5,13).

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 36)
La bocca del giusto medita la sapienza.

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

La bocca del giusto medita la sapienza
e la sua lingua esprime il diritto;
la legge del suo Dio è nel suo cuore:
i suoi passi non vacilleranno.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

 

Canto al Vangelo (cfGv17,17b.a)
Alleluia, alleluia. La tua parola, Signore, è verità: consacraci nella verità. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (7,14-23)

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

* Gesù insiste sull’interiorità della vera religione; attacca il legalismo dei Farisei e il loro zelo per le tradizioni umane che finiscono col vanificare la stessa Parola di Dio. Egli insegna che tutte le cose sono pure; è il cuore umano che può renderle impure.

 

Spunti di Riflessione

Dal cuore degli uomini
Noi non conosciamo ancora tutto quello che si svolge nell’inconscio, nelle profondità abissali del nostro cuore; emergono semplicemente come una decima parte delle profondità nascoste, ma appena ci gettiamo un colpo di sonda, appena illuminiamo, rimaniamo sgomenti. Diceva una ragazza di 22 anni, dopo un crollo spaventoso nel campo morale: «Sa, provo addirittura schifo di me stessa». Queste tenebre fanno paura, fanno orrore; per cui in noi coesistono due sentimenti, due istinti fortissimi: l’istinto di autoconservazione, di adorazione di se stessi, e l’istinto di autodistruzione, di orrore di noi stessi, tale da volerci distruggere, che può portare a dei gesti pazzeschi come il suicidio. Questi due istinti profondi coesistono; sono le tenebre. Tutta l’ascetica (ad es. la mortificazione) che cosa fa? Ha questo scopo: liberare energie immense che il peccato tiene prigioniere in noi.
Principio d’oro: tutte le cose sono pure; ma il cuore umano può renderle impure. Il bene e il male non sono nelle cose, sono nel cuore. Il nostro ‘interno’, cioè il ‘dentro’ dell’uomo sono i pensieri, le intenzioni segrete, la malizia o la trasparenza; queste dimensioni profonde rendono buone o cattive le cose. Sono dunque le profondità del cuore che occorre curare. Si dice che, se i nostri pensieri fossero proiettabili su uno schermo gigante e tutti li potessero vedere, ci toccherebbe andare tutti - o quasi - in galera.
Nel nostro cuore, abitato o disertato dallo Spirito Santo, nascono i fiori del bene o le erbacce del peccato. Ora, forse, il cuore è talmente pervertito che chiama bene ciò che è male e viceversa. Occorre vegliare alla limpidità della sorgente. Per assicurarne la trasparenza, c’è un solo mezzo: lasciarsi penetrare dalla Parola di Dio (Gesù dice: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene»).

Accostamento alla divinità
In una sequenza del suo film sul pittore di icone, Andrej Rublev il regista Tarkovskij fa dire a un personaggio: “Tu lo sai bene, non ti riesce qualche cosa, sei stanco e non ce la fai più. E a un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno - uno sguardo umano - ed è come se ti fossi accostato al divino nascosto. Tutto allora diventa improvvisamente più semplice”. Immaginiamo che ciò voglia dire come l’avvenimento cristiano si palesi e si riveli nell’incontro con la leggerezza, la sottigliezza e l’apparente inconsistenza di un volto che si intravvede nella folla: un volto come gli altri, eppure così diverso dagli altri, che, incontrandolo, tutto pare risolto perché si è trovato un ideale, l’amabile perfezione, Dio presente a cui possiamo avvicinarci per sempre.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi lotta spietata per purificare il nostro cuore. «Le mie parole vi hanno reso puri», dice Gesù. Controlla quindi ciò che esce «dal di dentro», soprattutto i pensieri negativi, da cui tutto nasce, mettendoli a tacere e illuminandoli, ripetendo a lungo una frase della liturgia di oggi.

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, guardami tu dentro e purificami nei pensieri, negli affetti, nelle intenzioni del mio agire. Dammi tu occhi per vedere ciò che, dentro, è secondo quello che a te piace. E dammi il coraggio di eliminare quello che a te non va.

 

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