Messalino di Sabato 1 Dicembre
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (22,1-7)
L’angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
* Adamo ed Eva erano stati allontanati dall’albero della vita. Quell’albero ora è nuovamente accessibile. E lo si trova non soltanto in mezzo al paradiso, ma ovunque, su ambedue le rive del fiume di vita.
Salmo Responsoriale (dal Sal 94)
Marána tha! Vieni, Signore Gesù!
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Canto al Vangelo (Lc 21,36)
Alleluia, alleluia. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (21,34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
* La nostra esistenza non sia ipnotizzata dal terrore, né si dissolva nello stordimento. Alla sobrietà lucida e attenta bisogna aggiungere la vigilanza e la preghiera. Il credente veglia nella notte del mondo.
Spunti di Riflessione
«Pregate in ogni momento»
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano», non si induriscano. Noi siamo minacciati dalla malattia fisica e spirituale, dalla sclerosi, dall’indurimento. Scleròs vuol dire duro; è l’ispessimento, l’indurimento del cuore. Il cuore è la sede del pensiero.
«Non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita». Tre pericoli. Nella gioventù, il primo pericolo di sclerosi spirituale: il vizio. Nell’età matura, il secondo, l’ubriachezza, la gioia volgare del mangiare e del bere ecc.. Nell’età avanzata, le preoccupazioni della vita che diventano sempre più assillanti. Tutto ciò indurisce il cuore.
«E che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso». La morte arriva di sorpresa, non siamo mai preparati alla morte. Dice S. Teresa d’Avila: «Sono convinta che il Signore ci verrà a prendere quando ci troverà meglio preparati», ma arriverà di sorpresa.
«Vegliate» dunque! Come? «Pregando». Pregate «in ogni momento». La preghiera è l’ossigeno dell’anima. In ogni circostanza occorre pregare. Se il cuore è orientato verso Dio, come l’ago magnetico verso il nord, fiorisce la preghiera, che diventa istintiva, diventa come il movimento di sistole e diastole nel cuore, come l’inspirazione e l’espirazione nei polmoni: la preghiera è l’ossigeno dell’anima, ci purifica da tutte le scorie, ci libera, ci dà forza.
«...Perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»: per non essere schiacciati dagli avvenimenti. Noi corriamo sempre un grosso pericolo: che gli avvenimenti ci abbiano a sopraffare. Come si fa a mantenerci al di fuori, liberi da questa minaccia continua? Con la preghiera. La preghiera ci dà serenità, la preghiera ci mette nella calma, la preghiera ci rende più obiettivi, la preghiera ci illumina, ci rasserena. S. Giacomo nella sua lettera lo sottolinea: anche nelle afflizioni e nelle tristezze, la preghiera dà conforto. E così comparire con sicurezza e tranquillità davanti al Figlio dell’uomo. Il Signore vuole che noi attendiamo la morte, con sicurezza e tranquillità, con pace, con gioia.
La Parola per me, Oggi
Il cristiano non è come uno struzzo che sogna un mondo migliore. È come la civetta: il suo sguardo penetra l’ombra della notte. Sta quindi attento a ciò che avviene dentro e fuori. Nessun momento è neutro: è l’opportunità in cui si gioca la fedeltà e la testimonianza.
La Parola si fa Preghiera
Conserva la luce ai nostri occhi, Signore, perché non si appesantiscano abbagliati da luci fatue. Rendici attenti e vigili perché, quando Tu verrai, i nostri occhi si spalanchino nello stupore che supera ogni attesa e la nostra voce, impastata di preghiera, non sia che un grido di gioia senza più domande.