Messalino di Sabato 15 Luglio

Messalino di Sabato 15 Luglio

 

Dal libro della Genesi (49,29-33; 50,15-26a)

In quei giorni, Giacobbe diede quest’ordine ai suoi figli: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Ittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Ittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti». Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò, e fu riunito ai suoi antenati.
Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest’ordine: “Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male!”. Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così.
E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello  che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò parlando al loro cuore.
Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci anni. Così Giuseppe vide i figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe». Giuseppe fece giurare ai figli d’Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».
Giuseppe morì all’età di centodieci anni.

* Giuseppe lascia il giudizio a Dio. Tutti gli avvenimenti sono previsti e condotti da Dio, anche attraverso i cattivi atti degli uomini, per salvare la famiglia eletta da Dio in Abramo, Isacco e Giacobbe. Tuttavia questa salvezza non è che l’immagine della grande salvezza che interverrà più tardi.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 104)
Voi  che cercate Dio, fatevi coraggio. 

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

 

Canto al Vangelo (1 Pt 4,14)
Alleluia... Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,24-33)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.  E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;  chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». 

* Il messaggio del Regno sarà manifestato. Tutto ciò che è vero, che viene da Dio, non può rimanere nascosto (Mt 10,26). L’invito è rafforzato dall’affermazione che ciò che è autentico non può essere distrutto da nessuno: Dio infatti vigila sulla sua creazione.

 

Spunti di Riflessione

«Non abbiate paura di loro»
Nel brano del Vangelo un’espressione è ripetuta tre volte: Non abbiate paura, non temete. È un triplice invito al coraggio: «non temete» perché: 1º Dio opera nella predicazione evangelica e nessuna forza umana può arrestarla; 2º i persecutori possono togliere la vita terrena, ma non possono togliere la vita eterna, ed è questa che vale; 3º il Padre Celeste è tutta attenzione ai pericoli che corrono gli evangelizzatori, lui a cui non sfugge la morte di un uccellino insignificante come un passero, che «cade a terra» colpito dalla fionda di un ragazzo.
Non temete: troppi apostoli e troppi cristiani si accontentano di un Vangelo «decaffeinizzato, bevibile da tutti e che lascia dormire»; non vogliono vedere in Gesù e nella Chiesa un segno di contraddizione. Ci vuole coraggio e audacia per annunciare il Vangelo; ci vuole quella follia che si chiama «fede in Gesù».
Tutti, anche i più intrepidi evangelizzatori, hanno conosciuto la paura: paura di non essere seguiti, di essere incompresi, di venire ridicolizzati, isolati, abbandonati, perseguitati, uccisi. Ma come ad Abramo, Gesù dice ai suoi lanciandoli in missione: Non temete, io sono con ciascuno di voi!
«Quello che vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze». Il Vangelo, ascoltato nel silenzio della preghiera o all’ombra delle chiese, non è una raccolta di definizioni: è «potenza di salvezza» con molteplici risonanze nella vita personale e sociale. La parola di Gesù è esplosiva. Ma per proclamarla sui tetti e sulle terrazze, bisogna prima «auscultarla» in se stessi. Come possiamo convincere gli altri se prima non ne siamo noi convinti?

 

La Parola per me, Oggi

«Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». La tentazione del rinnegamento (in una società come la nostra in cui primeggia il benessere, l’indifferenza religiosa, l’ipocrisia, la violenza) è duplice: tacere il Vangelo (mentre Gesù ci invita a «predicare il Vangelo a ogni creatura») oppure inquinarlo con i compromessi umani e annacquarlo.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, nostra forza, liberaci dalla paura che ci impedisce di proclamare sui tetti quello che tu ci dici nel segreto. E poiché il tuo amore ci rende preziosi ai tuoi occhi, proteggici e rafforza la nostra fede. Allora avremo il coraggio di rendere una testimonianza leale di fronte agli uomini, per essere riconosciuti un giorno davanti a te da Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

 

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