Messalino di Sabato 17 Novembre

Messalino di Sabato 17 Novembre

 

Dalla terza lettera di san Giovanni apostolo (5-8)

Carissimo [Gaio], tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri.
Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani.
Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.

* Giovanni si trova di fronte a una comunità il cui capo semina la divisione nella Chiesa, paralizzando nello stesso tempo l’annuncio della verità. Egli incoraggia un membro della stessa comunità a continuare ad essere un collaboratore fedele dei missionari del Vangelo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 111)
Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

 

Canto al Vangelo (2 Ts 2,14)
Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (18,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

* Un insegnamento di questa parabola è la certezza che ogni preghiera perseverante sarà esaudita. Se un giudice corrotto è pronto a cedere di fronte alla costanza di una vedova indifesa, quanto più “cederà” con noi quel Giudice giusto e santo che è Dio! La fiducia nella paternità di Dio è la radice della preghiera.

 

Spunti di Riflessione

«Giorno e notte»
La preghiera è un’avventura meravigliosa, ma sovente essa riveste la forma di un combattimento: «Vi esorto, diceva S. Paolo, a combattere con me nella preghiera». Anche quando si è nell’aridità, occorre non spezzare questo legame con l’Infinito: Dio non ci è mai tanto vicino come quando ci lascia soli a cercarLo.
«Ci vuole un grandissimo coraggio per cambiare in preghiera le vostre percezioni, ma dovete prendere questa abitudine. Ditevi una buona volta: quando la mia anima sarà agitata, tentata, deporrò subito i miei pensieri per gettarmi nella preghiera» (Père de Ravignan).

Pregare “giorno e notte” significa pregare senza stancarsi, continuamente. Occorre pregare nella notte, cioè pregare quando non si vede e non si sente la dolce presenza del Signore; e questo per solidarietà con tanti fratelli.
Le voci che salgono dalla terra a Dio divengono sempre più flebili? Raccontano testimoni oculari che nella ex-Jugoslavia, negli strazi più innominabili, non si è mai sentito un lamento, ma si vedevano cattolici e musulmani stringere la corona fra le mani.

Quando Gesù è venuto sulla terra ha trovato un piccolissimo “resto” di Israele che lo attendeva, personificato in Maria; quando verrà di nuovo, che cosa troverà? La maggior parte delle persone, al ritorno del Figlio dell’uomo sarà travolta da pensieri terreni (cf Lc 17,26), solo pochi persevereranno sino alla fine. La preghiera di questi “poveri” sarà un grido nella notte del mondo per anticipare l’aurora della sua venuta.

 

La Parola per me, Oggi

La preghiera non si sovrappone a nessuna azione. Le illumina tutte e le indirizza al loro fine. Il cuore può e deve essere sempre intento in Dio e presente a lui, perché è fatto per lui. Pregare sempre è quindi possibile. E tu, come realizzi nella tua vita questo invito di Gesù?

 

La Parola si fa Preghiera

La nostra preghiera, Signore, è spesso una lotta. Facci comprendere come questo corpo a corpo con te è la fede che tu desideri: ci unisce a te proprio nel nostro bisogno.

 

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