Messalino di Sabato 18 Marzo

Messalino di Sabato 18 Marzo

 

Dal libro del profeta Oséa (6,1-6)

«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

* Osea denuncia il peccato d’Israele e invita il popolo al pentimento, alla conversione. La storia della salvezza è una storia di amore.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 50)
Voglio l’amore e non il sacrificio.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione.

 

Canto al Vangelo (Sal 94,8)
Gloria e lode a te, o Cristo! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Gloria e lode a te, o Cristo!

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14)

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

* Che differenza di preghiera! Il fariseo ha una preghiera lunga, magniloquente, tutta bene architettata che fa perno sull’io. Il pubblicano invece, in ginocchio, a terra, si batte il petto e dice: Tu, tu Signore; io sono peccatore. “Tu”.

 

Spunti di Riflessione

Due preghiere
Un fariseo: si mette a pregare a testa alta, davanti a tutti; ciò che egli dice corrisponde a verità (non è ladro, adultero...) ma con la sua arrogante ostentazione distrugge tutto: attribuisce a sé il bene, e non a Dio che glielo dà. Il pubblicano, invece, si ferma in fondo; non osa alzare gli occhi al cielo. Si definisce peccatore, e lo è. Fa appello alla grazia, unica cosa che lo può aiutare. «Questi tornò a casa sua giustificato»; il pubblicano tornò giustificato. Cosa vuol dire giustificato? Reso giusto, cioè perdonato.

Tu, non io…
Teresa di Lisieux, commentando il rinnegamento di Pietro, ha queste bellissime parole: «Comprendo benissimo che San Pietro sia caduto. Povero Pietro! Cercava un sostegno in se stesso invece di appoggiarsi sulla forza del buon Dio. Sono certa che, se avesse detto umilmente a Gesù: “Ti prego, dammi il coraggio di seguirti fino alla morte”, quel coraggio gli sarebbe stato concesso immediatamente. Sono pure certa che Gesù non insegnava ai suoi discepoli, mediante le sue istruzioni e la sua presenza sensibile, nient’altro che quello che insegna a noi con le buone ispirazioni della sua grazia. Avrebbe potuto dire a San Pietro: “Chiedimi la forza di compiere ciò che vuoi”. Non lo fece, perché destinandolo a governare la Chiesa, dove ci sono tanti peccatori, egli voleva che sperimentasse da sé ciò che può l’uomo senza l’aiuto di Dio».

«A Dio piace più l’umiltà dopo che abbiamo peccato che la superbia dopo che abbiamo fatto le opere buone» (Imitazione di Cristo).

 

La Parola per me, Oggi

Giudichiamoci da soli, per non essere giudicati da Dio. Chi si accusa, Dio lo scusa; chi si scusa, Dio lo accusa.

 

La Parola si fa Preghiera

Dio, tu ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi. Fa’ che anche noi, come il pubblicano, ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia, per essere giustificati nel tuo nome.

 

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