Messalino di Sabato 24 Novembre
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (11,4-12)
A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno.
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.
* Sono presentati a Giovanni due testimoni, vestiti di sacco, in segno di lutto: devono predicare penitenza. Sono chiamati olivi (unti dal Signore) e candelabri (ceri che ardono per lui) in conformità alla profezia di Zaccaria. I due testimoni rappresentano il destino della Chiesa. Compito della Chiesa è di dare testimonianza a Gesù e i modi sono essenzialmente due: il martirio e la santità.
Salmo Responsoriale (dal Sal 143)
Benedetto il Signore, mia roccia.
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.
Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.
O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.
Canto al Vangelo (2 Tm 1,10)
Alleluia, alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (20,27-40)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
* La fede nella risurrezione è il pomo della discordia tra farisei e sadducèi. I sadducèi, liberi pensatori, non credono all’aldilà: per essi tutto finisce con la morte. Con ostentata sottigliezza i sadducèi presentano a Gesù una domanda sotto l’aspetto di un caso ipotetico e fasullo.
Spunti di Riflessione
Dio dei viventi
La vita futura è una realtà che va presa molto seriamente in considerazione e che non può essere negata con sofismi e cavilli. Dio sarà visibile nella sua gloria; tutto il resto scolorirà davanti a quella luce inondante. Gesù spazza via le ridicolaggini dei sadducèi e richiama a ciò che è veramente decisivo: Dio. Come figli di Dio, i risorti vivono una vita trasfigurata, simile a quella degli angeli. Dio è un Dio vivente, che ha creato la vita e non permette che essa scompaia nel nulla. Dio è il Dio dei viventi, non è un Dio dei morti: Abramo, Isacco e Giacobbe vivono nell’aldilà, presso Dio. Già prima della risurrezione finale, coloro che sono morti vivono per Dio. La risurrezione finale è la manifestazione della vita nascosta con il Signore Gesù; i cristiani vi entrano subito dopo la loro morte (cf 2Cor 5,6-8; Col 3,3).
La potenza di Dio, alla fine, rinnoverà ogni cosa. Noi entreremo nella vita eterna con il corpo e con l’anima; ma non vi sarà più matrimonio così come non ne esiste tra gli angeli. Nessuno deve immaginarsi che la vita dei risorti sia una semplice continuazione della vita terrena.
La Parola per me, Oggi
Oggi siamo tutti «praticamente» sadducèi. La risurrezione non ha incidenza pratica sul modo di vivere. Cerca di credere effettivamente nella tua risurrezione corporale futura, senso della tua esistenza, che è un vivere ora e sempre per Dio.
La Parola si fa Preghiera
Signore, anche noi siamo tutti inguaribili sadducei: pensiamo ossessivamente che la morte abbia l’ultima parola. Donaci l’esperienza dell’amicizia con te, Dio della vita che hai vinto la morte.