Messalino di Sabato 28 Gennaio
Dalla Lettera agli Ebrei (11,1-2.8-19)
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
* Credere non è capire ma è andare a Dio, seguire Lui, accogliere la sua persona e la sua Parola. Credere significa cambiare vita e decidersi a passare da un’esistenza ad un’altra, dalle realtà terrene alle realtà celesti.
Salmo Responsoriale (Cant.: Lc 1,68-75)
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
Canto al Vangelo (Gv 3,16)
Alleluia, alleluia. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41)
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
* Per tutta la giornata i Dodici hanno assistito all’insegnamento impartito da Gesù, ma la serata riserva loro un’altra lezione che rafforzerà la loro fede. Saliti sulla barca per riposare si trovano nel pieno di una tempesta, presi dalla paura rimproverano Gesù perché non si preoccupa di loro, ma Gesù destatosi li rassicura e mette a tacere la tempesta.
Spunti di Riflessione
Fede: vessillo per vincere ogni battaglia
La presenza di Gesù non allontana i pericoli. Ma chi è quell’uomo, che come ciascuno di noi, ha bisogno di riposare dopo una giornata di lavoro, e che, a differenza di noi, non viene disturbato nel sonno dalla tempesta, e risvegliato è capace di sedarla? Gesù dice ai discepoli: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». I discepoli faticano a capire, non hanno ancora la fede che Gesù chiede loro e sono sconvolti da emozioni contraddittorie: il sollievo dopo la paura della tempesta e il timore del potere del loro Maestro. Oggi sembra che il demonio non usi più le sue forze per agitare i venti e le acque, ma è capace di scatenare ben altre tempeste negli uomini, spetta a noi affrontarle appoggiandoci alla fede in Gesù. Il racconto del brano evangelico diventa un pressante ammonimento a non perdere la fede a motivo della propria esistenza in mezzo al mondo. La fede allontana la paura, è il correttivo della paura. Dove c’è molta fede c’è poca paura, dove c’è poca fede c’è molta paura. Bisogna che Dio si nasconda perché noi lo cerchiamo, come bisogna che la madre si allontani perché il bambino impari a camminare nella direzione delle sue braccia.
La Parola per me, Oggi
Oggi voglio vivere nella pace e nella tranquillità, senza timori o “calcoli razionali”: Gesù è presente e guida la mia vita; Egli veglia su di me!
La Parola si fa Preghiera
Signore, fa’ che io creda nella tua parola più che alle mie paure, che la fede mi permetta di accettare il mio nel tuo silenzio, la mia nella tua morte, senza lasciarmi suggestionare dalle resistenze ostili che si scatenano in me.