Messalino di Sabato 4 Marzo

Messalino di Sabato 4 Marzo

Dal libro del profeta Isaia (58,9b-14)

Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato».

* Se Israele non farà più gesti di disprezzo contro il povero, se condividerà i suoi beni, allora cominceranno i tempi messianici: prosperità, luce. Così, se rispetterà il Sabato, le sue opere troveranno compimento in Dio e proverà la delizia di stare con il Signore.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 85)
Mostrami, Signore, la tua via.

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

 

Canto al Vangelo (Ez 33,11)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore, ma che si converta dalla sua malvagità e viva. Lode a te, o Cristo...

Dal Vangelo secondo Luca (5,27-32)

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

* Levi alza lo sguardo e incontra quello colmo d’amore di Gesù. Non esita: sceglie Gesù, che entra in casa sua e pranza tra i pubblicani, i peccatori.

 

Spunti di Riflessione

Il medico
La risposta di Gesù è chiara: io sono venuto per salvare tutti, ma non posso salvare chi si ritiene giusto e quindi non bisognoso del mio perdono.
Gesù non aspetta che siamo perfetti per invitarci a seguirlo. Ci chiama sapendo benissimo che siamo poveri peccatori, molto deboli. Egli potrà lasciarci per tutta la vita molti difetti esteriori; ciò che importa è che il fondo del nostro cuore resti unito a lui. I nostri peccati non saranno mai un ostacolo alla nostra unione con Dio, se noi saremo dei poveri peccatori, cioè dei peccatori penitenti, umili, che si affidano alla misericordia di Dio e non alle proprie forze.
È a questa conversione d’amore e di umiltà, a questo incontro con il nostro Salvatore, che siamo tutti invitati durante la Quaresima. Tutti abbiamo bisogno di conversione e di guarigione, e Gesù ci prende così come siamo. Con lo stesso sguardo di misericordia dobbiamo guardare ogni nostro fratello, senza mai scandalizzarci, come il primogenito nella parabola del figliol prodigo, dei tesori di tenerezza che nostro Padre impiega per i suoi figli più perduti.

 

«Ti definisci peccatore; ma in realtà riveli di non aver raggiunto la coscienza della tua infermità. Chi si riconosce peccatore non dissente con nessuno, non discute con nessuno, non è in collera con nessuno, ma considera ogni uomo migliore e più saggio di se stesso. Se sei un peccatore, perché biasimi il tuo prossimo e lo accusi di recarti offesa? Stando così le cose, tu ed io siamo lontani dal ritenerci dei peccatori» (Abba Barsanufio ad abba Giovanni).

 

La Parola per me, Oggi

Gesù è il medico venuto per noi peccatori. Impariamo oggi da Gesù la pazienza, che non affretta alcun giudizio o condanna che, tra l’altro, non spetta all’uomo. E come lo sguardo di Dio su di me è un sguardo di amore gratuito, non attratto dalle qualità presenti, non condizionato dai meriti o dai demeriti, così sia oggi il mio sguardo verso gli altri.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Tu sei buono Signore e perdoni. Come il medico fascia e cura le ferite, così tu guarisci chi rimette nelle tue mani la sua vita devastata. Tu solo sai mostrare al nostro sguardo stanco, orizzonti di Grazia senza confini.

 

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