Messalino di Sabato 7 Luglio

Messalino di Sabato 7 Luglio

 

Dal libro del profeta Amos (9,11-15)

Così dice il Signore:
«In quel giorno rialzerò la capanna di Davide,
che è cadente;
ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine,
la ricostruirò come ai tempi antichi,
perché conquistino il resto di Edom
e tutte le nazioni
sulle quali è stato invocato il mio nome.
Oracolo del Signore, che farà tutto questo.
Ecco, verranno giorni
- oracolo del Signore -
in cui chi ara s’incontrerà con chi miete
e chi pigia l’uva con chi getta il seme;
i monti stillarono il vino nuovo
e le colline si scioglieranno.
Muterò le sorti del mio popolo Israele,
ricostruiranno le città devastate
e vi abiteranno;
pianteranno vigne e ne berranno il vino,
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo
che io ho dato loro».

* Per esprimere la felicità attesa il profeta annuncia che l’uomo di domani sarà liberato dalla lentezza del tempo: le arature di ottobre coincideranno con le mietiture di maggio, le semine di dicembre con le vendemmie di agosto. Il lavoro non sarà più considerato castigo e alienazione (Gen 3,19).

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 84)
Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

 

Canto al Vangelo (Gv 10,27)
Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io conosco ed esse mi seguono. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (9,14-17)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

* Gesù si definisce sposo. Quindi il tempo della gioia, il tempo messianico. «Quando lo sposo sarà loro tolto...». Ma non sarà più un digiuno penitenziale, sarà un digiuno di preparazione.

 

Spunti di Riflessione

Tutto ci è dato in Lui
Il significato intimo del digiuno è la tristezza, mentre ora è tempo di gioia. In immagine: quando lo Sposo invita gli amici alle nozze, questi non vengono certo a una festa di pianto. Ora lo Sposo è presente, e raccoglie intorno a sé invitati per gioire con loro. In questa circostanza non ha senso digiunare: sarebbe in contrasto con quest’ora particolare, con questo tempo di giubilo e di felicità.
Ma non sarà sempre così, lo Sposo sarà presente soltanto per un tempo determinato, finché «sarà tolto». L’espressione è dura e indica la separazione violenta, il taglio doloroso. In un modo ancor velato nell’immagine, ma chiaro nell’intelligenza della fede, Gesù parla ora per la prima volta della sua fine dolorosa. È vero che il Signore in Giovanni dirà: «È meglio per voi che io vada; poiché se non vado, il Confortatore non verrà a voi» (Gv 16,7»; e che la sua presenza ci è donata nell’Eucaristia e nel suo Spirito: «Poiché dove sono due o tre adunati nel nome mio, ci sono io in mezzo a loro» (18,20). Tuttavia è doloroso che Gesù non sia sensibilmente e materialmente in mezzo a noi, ma si sia nascosto fino alle nozze dell’Agnello (cf Ap 21,9ss). Per il tempo che corre tra il momento in cui lo Sposo ci vien tolto e il suo ritorno, il digiuno ha acquistato un nuovo significato: non è soltanto pratica di penitenza, ma anche espressione di tristezza per la separazione dallo Sposo e per la privazione della sua presenza fisica.

«Salirai in cielo con le mani vuote e il cuore aperto. Porterai solo con te il tuo desiderio, null’altro. Nostro Signore diceva a sant’Angela da Foligno: “Voi non possedete realmente che il vostro desiderio: esso è proporzionato alla mia misura, infinito”. Sii fedele al tuo desiderio».

 

La Parola per me, Oggi

Noi discepoli di Gesù siamo otri nuovi, dobbiamo perciò vivere nella gioia perché abbiamo questo vino nuovo: è una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai ci può separare dall’amore che Dio ha per noi in Cristo. Lo Spirito fa l’uomo nuovo: l’uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell’uomo esteriore, dell’otre vecchio.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Hai elargito il tuo bene Signore,
ci hai donato il Tuo Figlio Gesù,
la nostra vita si colma di frutti,
la tua verità germoglia in noi,
“vino nuovo” è donato alla terra,
perché canti di gioia,
come una sposa che freme al passo dello sposo.

 

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