Messalino di Sabato 7 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4,6b-15)
Fratelli, imparate [da me e da Apollo] a stare a ciò che è scritto, e non vi gonfiate d’orgoglio favorendo uno a scapito di un altro. Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?
Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.
* Paolo trae la conclusione di quanto ha esposto facendo allusione alla sua paternità spirituale. Dà volentieri il nome di figli ai membri delle Chiese da lui fondate e fa altrettanto per tutti coloro ai quali ha recato la fede. Il generare avviene «mediante il Vangelo».
Salmo Responsoriale (dal Sal 144)
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi.
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Canto al Vangelo (Gv 14,6)
Alleluia, alleluia. Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
* Dichiarandosi «padrone del sabato», Gesù afferma di godere del diritto di rimettere in questione le precisazioni dei commentatori della legge quando violano l’intenzione primitiva del legislatore. E afferma la sua divinità.
Spunti di Riflessione
Apostoli
* Secondo Paolo, è nella prova e nella persecuzione che un apostolo può davvero rivendicare il titolo di ministro di Cristo (Cf. 2Cor 6,4-10; 11,23-33; 2Tm 3,10-11). Paolo spinge questa esigenza fino al paradosso: mentre il mondo attende degli uomini prudenti, l’apostolo sarà stolto; mentre si attendono dei forti e dei potenti, l’apostolo si presenta nella debolezza più estrema. Così la vita dell’apostolo si svolge in seno al paradosso: egli reca la benedizione del vangelo a prezzo di maledizioni di cui è oggetto; annuncia la consolazione e subisce la calunnia; inizia alla vera saggezza e si fa trattare da stolto!
* Il secondo criterio del vero apostolo è la sua fedeltà alle Scritture. Paolo predica Cristo «secondo le Scritture» (1Cor 15,3-4), e i passi cui si riferisce (Gb 5,13 in 1Cor 3,19; Sal 94/93,11 in 1Cor 3,20 e Is 29,14 in 1Cor 1,19) ricordano che la sapienza che non tiene conto del piano di Dio rivelato dalla Scrittura è votata al fallimento.
Il Signore del Sabato
* Il brano evangelico parla del compimento inaudito del sabato. Il sabato irraggiungibile è Dio stesso: mentre la legge ne suscita l’appetito, ma lascia digiuni, Gesù, il Signore del sabato, dando se stesso, dà all’uomo di vivere di esso. Viviamo di Dio, nostro pane di vita! La libertà dalla legge che ne consegue non è la sua abolizione, bensì il suo compimento. Se prima la legge indicava la strada verso Dio, ora l’uomo vive di Dio stesso e per Dio, e sul suo volto brilla la gloria del sabato. Apri la tua mano! Dio la riempie di sé!
La Parola per me, Oggi
Chi vive la legge di Dio cogliendone tutta la ricchezza interiore sa poi applicarla nella vita senza soffocarne lo Spirito. La legge non ha alcun valore in sé: vale nella misura in cui rivela lo scopo per cui è stata data. Puoi correre il rischio di ridurre il fine ultimo di una legge ad una somma di fini da cogliere attimo dopo attimo: piccoli ideali su misura della tua mediocrità, che diventano quasi sacri, intoccabili, necessari, assoluti, signori della tua libertà.
La Parola si fa Preghiera
Signore Gesù, Figlio dell’uomo, tu sei signore del sabato e interprete autentico della legge di Dio. Illumina la nostra intelligenza, perché possiamo comprendere il senso profondo dei precetti, e facci giungere alla vera libertà, quella che consiste nella comunione con la volontà di amore del Padre, che vive con te nella libertà dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli.