Messalino di Sabato Santo – 16 Aprile
Dal Vangelo secondo Giovanni (19,38-42)
Allora (Giuseppe di Arimatea) andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Spunti di Riflessione
Dagli Scritti di S. Teresa di Lisieux:
«Risolsi di tenermi in spirito ai piedi della croce per ricevere la divina rugiada, comprendendo che avrei dovuto, in seguito, spargerla sulle anime... Il grido di Gesù sulla croce mi echeggiava continuamente in cuore: «Ho sete!». Mi sentii io stessa divorata dalla sete delle anime... So pure che il Signore è infinitamente giusto. Appunto perché giusto, «egli è compassionevole e pieno di dolcezza, lento a punire e ricco di misericordia. Perché conosce la nostra fragilità. Si ricorda che non siamo che polvere». Ecco ciò che penso della giustizia di Dio. La mia vita è fatta tutta di confidenza e di amore e non capisco le anime che hanno paura di un così tenero Amico.
Da quando è stato concesso, anche a me, di comprendere l’amore del cuore di Gesù, confesso che l’amore ha cacciato dal mio cuore ogni timore! ... Capii che la Chiesa ha un cuore, e che questo cuore arde d’amore».
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Il frutto non distrugge il fiore ma lo integra; lo supera e lo restaura; lo sostituisce e lo sublima. Gli organi che si trovano nel fiore prendono nel frutto una più alta e necessaria destinazione. La risurrezione della carne vuol dire: «Niente di ciò che è in noi, niente di ciò che ci appartiene nell’ordine della carne, nell’ordine di questo corpo corruttibile, di questo volto, di queste mani che altri hanno tanto amato, nell’ordine dei nostri ricordi storici, nell’ordine del nostro carattere, dei nostri gusti, delle nostre particolarità, della nostra missione – niente di tutto questo scomparirà e si annienterà. Tutto (e non solo l’anima, lo spirito, il proprio “io”) sarà ripreso e riedificato, “non svestito, ma supervestito”, secondo un’inimmaginabile maniera di esistenza».
Non sarà eternizzata soltanto l’anima, ma anche il corpo, cioè l’involucro dell’anima. Tutte queste idee sono espresse dalla semplice parola «Assunzione».
La Vergine è l’immagine non solo del Paradiso terrestre (cioè dell’alfa) ma anche del Paradiso celeste (cioè dell’omega). La sua «Assunzione» è il tipo dell’ultima trasformazione o trasmutazione di ogni creatura (di cui le apparizioni di Cristo risorto avevano offerto una specie di esperienza) in cui lo Spirito (pneuma) verrà a sostituirsi all’anima (psiche) come elemento animatore e informatore della carne e della materia. San Paolo diceva: «Si mette sotterra, come fa il seminatore, un corpo che era stato informato dall’anima; ed ecco che sorge e risuscita un corpo animato dallo Spirito. In questo momento portiamo l’immagine dell’uomo terrestre; allora porteremo l’immagine dell’uomo celeste».