Messalino di Venerdì 10 Novembre

Messalino di Venerdì 10 Novembre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (15,14-21)

Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo.
Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno».

* Paolo si sente autorizzato a scrivere, perché sa di essere il ministro di Gesù Cristo costituito da Dio per i pagani. Costoro, santificati dallo Spirito di Dio, devono essere preparati dal suo servizio sacerdotale al vangelo a offrire sacrifici degni e graditi a Dio. Tutto è stato operato da Cristo per mezzo suo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 97)
Agli occhi delle genti il Signore ha rivelato la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 

Canto al Vangelo (1 Gv 2,5)
Alleluia, alleluia. Chi osserva la parola di Gesù Cristo in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (16,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

* La lode non è rivolta all’abile astuzia e alla spudoratezza del falsario, ma all’ardita decisione con cui il presente viene utilizzato in vista del futuro. La parabola è un richiamo escatologico, che può tradursi così: Sii prudente e preoccupati, nell’ultima ora, di quello che sarà il tuo avvenire alla fine dei tempi.

 

Spunti di Riflessione

«Ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua»
Gesù vuol rendere l’ascoltatore, chi ascolta la sua parabola, attento alla meravigliosa scaltrezza e previdenza di quell’economo, di quell’amministratore.
«L’amministratore», approfitta di quel corto intervallo tra l’ordine del padrone e la presentazione dei registri per salvarsi in exstremis, e mette a profitto la sua intelligenza; un’intelligenza lucida, fredda, meravigliosa; perché non s’illude, la situazione è grave, poi non c’è tempo da perdere; il tempo a disposizione è brevissimo, urgenza quindi dell’azione. Tenta tutte le soluzioni, prima nel suo pensiero a freddo; ha idee chiare, vuol salvarsi e prepararsi un futuro, quindi è proiettato nel futuro. Poi ha fantasia, e difatti escogita un mezzo splendente. Non s’illude, sarà licenziato, la condanna è certa, «ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua». Che mi ricevano, cioè da soluzioni personali è passato ad una soluzione sociale, cioè a trovare amici, a comunicare con gli altri. Prima era isolato nella sua dolce vita, nel suo sperpero, si era chiuso in se stesso, adesso ha capito che bisogna rompere l’isolamento se vuol salvarsi.

«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto», non per la sua disonestà, perché aveva agito in maniera accorta, in maniera intelligente. Quindi Gesù suggerisce ai figli della luce, a quelli che appartengono al mondo della luce, appartengono alla luce, a Dio, suggerisce di mettere in pratica una stessa simile intelligenza, cioè, decisione: sentire l’urgenza del momento, avere i riflessi pronti, proiettarsi nel futuro, attendere il futuro.
Vedete, Gesù è tutto orientato verso l’escatologia, verso quello che ci attende, il Regno di Dio che è qualcosa di stupendo, di incredibilmente bello.

 

La Parola per me, Oggi

Urgenza dell’ora; decisioni rapide, riflessi pronti, importanza del momento; Gesù ci chiede di agire, di agire a freddo, di agire con intelligenza. Biglietto d’ingresso per il cielo: la carità. Alla fine della vita noi saremo giudicati sull’amore, sulla carità.

 

La Parola si fa Preghiera

Gesù, ricordaci sempre che tu sei andato incontro agli ultimi e insegnaci ad amare anche noi coloro che per il mondo non contano.

Un pensiero per te
Non dimenticare il cielo! Avere sempre davanti agli occhi lo scintillio del cielo.

 

 

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