Messalino di Venerdì 13 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (1,1-2.12-14)
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
* Paolo augura ciò che gli sembra più importante: grazia (cioè tutta l’inesauribile benevolenza divina), misericordia (così necessaria all’uomo peccatore) e pace (che si potrebbe meglio indicare come salvezza).
Salmo Responsoriale (dal Sal 15)
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo (cfr Gv 17,17b.a)
Alleluia, alleluia. La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (6,39-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
* Il discepolo di Gesù deve essere consapevole della propria responsabilità. Non può essere cieco. Ma quando non è cieco? Quando giunge alla perfezione del suo maestro. Il discepolo di Gesù trasmette ciò che ha ricevuto da lui.
Spunti di Riflessione
La luce dell’amore
Gli scribi, professori della legge, sedevano sulla «cattedra» di Mosè in qualità di portavoce stabiliti da Dio e di interpreti della rivelazione veterotestamentaria. I farisei costituivano una confederazione di «uomini» che tentavano di presentarsi come i «separati», come una «comunità sacra», miravano a un rinnovamento religioso del popolo di Dio sulla base di un adempimento meticoloso della legge. Al tempo di Gesù gli scribi erano però in gran parte farisei e impartivano il loro insegnamento in conformità alla rigorosa osservanza farisaica; d’altra parte i farisei si sceglievano volentieri come guide, scribi dalla profonda scienza teologica. Per questo motivo nelle parole di Gesù e nella primitiva tradizione apostolica i due gruppi appaiono per lo più strettamente uniti tra di loro.
Il rimprovero principale di Gesù contro questi due gruppi è la loro mancanza di disposizioni al pentimento; non hanno prestato ascolto alla proclamazione del regno di Dio e all’invito penitenziale del Battista e di Gesù, anzi sbarrano a se stessi e agli altri l’accesso al regno di Dio. Sono perciò divenuti incapaci di insegnare perché non sono divenuti discepoli di Gesù e non hanno accolto il messaggio del regno ormai vicino. Hanno perseguitato i profeti e alla fine uccideranno anche il Messia.
Gli scribi si autodefinivano guide del popolo. Ma poiché la nuova mèta che Dio ha fissato al cammino di questo popolo è il suo regno, chi è cieco dinanzi ai segni del regno che si approssima non può fungere da guida.
La Parola per me, Oggi
Chi pretende una via superiore a quella della misericordia, è un cieco che vive nella notte: non è ancora venuto alla luce come figlio di Dio. Chi giudica la pagliuzza altrui, rivela di essere lui stesso morto, come uno che ha una trave nel proprio occhio!
La Parola si fa Preghiera
Non permettere, Signore, che io smarrisca la via della misericordia che tu mi hai indicato, perché non accada che, prendendo come maestro il mio orgoglio, giudichi i miei fratelli e cada nella fossa della menzogna.