Messalino di Venerdì 20 Ottobre

Messalino di Venerdì 20 Ottobre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4,1-8)

Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
«Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».

* Secondo la mentalità giudaica, Dio è tenuto a dare la giustificazione a chi può esibire opere valide. Ma (dice Paolo) Gn 15,6 sta a provare che anche Abramo è stato giustificato da Dio solo a motivo della sua fede. Questa fede non è una “opera meritoria”. La giustificazione viene partecipata al credente per grazia, e non per merito.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 31)
Tu sei il mio rifugio, Signore.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore
ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore,
gridate di gioia!

 

Canto al Vangelo (Sal 32,22)
Alleluia, alleluia. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (12,1-7)

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

* Il lievito dei farisei è l’ipocrisia. I farisei sono i pii, gli osservanti, gli asceti di professione; evitano con scrupolo ogni contatto con i peccatori, per non avere a soffrirne alcun danno. Coscienziosamente anche in pubblico si attengono a ogni precetto della legge. Ora Gesù mette in guardia proprio contro questi uomini. Essi somigliano a un lievito guasto, che corrompe tutta la massa del popolo.

 

Spunti di Riflessione

Temere Dio

* Temere Dio Significa tener conto, nell’assetto concreto della propria vita, che Dio è Dio – e solo lui! – e non volerlo perdere, perché è lui la vita (cfr Dt 30,20). L’uomo non può non temere, come non può non desiderare, perché è creatura, e quindi bisogno. Come desidera il «sì», così teme il «no». Ma, siccome ciò che teme diventa suo dio e signore della sua vita, se non vuol far della morte il suo dio e il suo signore (cf Sal 49,15), tema solo Dio come Signore della sua vita. Il timore di Dio rende l’uomo libero e capace di discernimento.

* I discepoli di Gesù devono essere coraggiosi nel professare la loro fede. Bisogna predicare da tutti i tetti. Non dev’esserci un sussurrare nell’oscurità; devono parlare di Dio francamente, nella piena e splendente luce. I discepoli non devono, per paura, ritirarsi in un cantuccio o esprimere solo con trepidazione e timore le loro convinzioni religiose. Devono annunciare il Vangelo, senza curarsi delle opposizioni degli altri.

 

La Parola per me, Oggi

Quando mi lascio interiormente trasformare dalla Parola di Dio, la mia convinzione e la mia intenzione trovano una via per manifestarsi. Ciò che ho udito nel segreto del cuore, tende alla luce, alla massima pubblicità.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, tu conosci ogni mio cammino. Io non posso allontanarmi da te, perché tu sei sempre accanto a me. Fa’ che abbia un cuore puro, dammi il coraggio di essere buono, per meritarmi la vita eterna.

* IL MIO ROSARIO
«Il Rosario è la preghiera più “povera”, quella che non ha pretese di vertici di contemplazione pericolosamente seducenti per il nostro orgoglio» (M.D. Molinié).
Gesù flagellato alla colonna.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.

 

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