Messalino di Venerdì 22 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (6,2c-12)
Figlio mio, questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno.
Certo, la religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci! Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti.
Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
* Nella parte conclusiva della sua lettera Paolo mette per la terza volta in guardia contro le deviazioni degli eretici. Esorta Timoteo alla fermezza nella fede, a una vita senza macchia e al servizio fedele. Infine ammonisce ancora i ricchi a usar bene dei loro doveri.
Salmo Responsoriale (dal Sal 48)
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso
né pagare a Dio il proprio prezzo.
Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita:
non sarà mai sufficiente
per vivere senza fine
e non vedere la fossa.
Non temere se un uomo arricchisce,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore, infatti, con sé non porta nulla
né scende con lui la sua gloria.
Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce.
Canto al Vangelo (cf Mt 11,25)
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
* Lo seguono anche alcune donne, strettamente associate ai dodici anche se distinte da essi. Stanno “con” Gesù come i Dodici e... per di più servono a loro spese, come Gesù (cf Lc 26,27b).
Spunti di Riflessione
Le prime discepole
Gesù sta svolgendo il suo insegnamento su larghi strati della popolazione, aiutato e accompagnato dai dodici apostoli. La comunione con lui crea in essi i presupposti del loro ascoltare e apprendere, del loro annunziare e agire fra il popolo. Gesù con i dodici è il nucleo del nuovo popolo di Dio.
Ci sono anche delle donne che fanno parte del seguito di Gesù e gli vengono in aiuto. Questa schiera che seguiva Gesù è composta da alcune che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie. Nell’enumerazione ci sono tre nomi: Maria Maddalena, dalla quale erano usciti molti demoni, Giovanna, la moglie di Cusa, amministratore di Erode, e Susanna e molte altre che lo assistevano con i loro beni. Sono le prime discepole, forse le prime anime consacrate femminili. I rabbini escludevano le donne dalle loro scuole.
Mediante la somministrazione dei loro averi queste donne offrono un grande aiuto non solo al tempo di Gesù per la diffusione della parola di Dio, ma anche per il futuro lavoro missionario della Chiesa. Ciò che le donne galilee hanno iniziato, prosegue nella diffusione mondiale del messaggio di Gesù. Da loro trassero incoraggiamento le numerose donne che aiutarono con i propri averi gli annunziatori della parola: Lidia (At 16,14), Priscilla (At 18,2), Sintiche ed Evodia (Fil 4,2), Cloe (1 Cor 1,11), Febe (Rm 16,1s).
«Non ti stancare di ricordare a te stesso che sei uomo e che Dio non odia gli uomini, li ama e per noi è morto. Abbiamo il Signore e Salvatore Gesú Cristo, medico eccezionale delle anime e dei corpi, padrone di ogni malattia anche inguaribile, accessibile a tutti gli uomini, capace di ridurre qualunque malvagità. Perciò, coraggio, o anima deturpata da mille peccati e degna di una punizione eterna» (Nilo di Ancira, Epist., 4, 39).
La Parola per me, Oggi
Il Vangelo è destinato ad andare per il mondo. Gesù proclama il messaggio della gioia e della vittoria, agisce quale araldo e annunziatore del prossimo Regno di Dio. Vogliamo anche noi accompagnare Gesù, testimoniare la sua parola di vita nuova, essere testimoni di risurrezione.
La Parola si fa Preghiera
Signore Gesù, per compiere la tua missione ti sei fatto aiutare non solo dai dodici, ma anche da alcune donne. Concedi a ogni donna gli occhi della Theotòkos, la Madre di Dio, per vedere su tutta la superficie della terra i volti muti e strazianti della miseria.