Messalino di Venerdì 23 Novembre
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (10,8-11)
Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».
* Come Gesù aveva ricevuto dalla mano del Padre celeste il libro dei sette sigilli per manifestarlo al mondo, così Giovanni riceve un libriccino dalla mano dell’angelo per assimilarne il contenuto e manifestarlo agli uomini. Non è un libro, ma un libriccino. Cioè, non è un messaggio totale, ma un messaggio complessivo del piano di salvezza di Dio. Mentre la ricezione del contenuto del libriccino (la Parola di Dio) è dolce come il miele, la sua diffusione comporta amarezza.
Salmo Responsoriale (dal Sal 118)
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
Canto al Vangelo (Gv 10,27)
Alleluia... Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
* Il Tempio è il centro nazionale e religioso. Gesù lo chiama “casa di preghiera” e “casa del Padre”. Il Talmùd (che trasmette la tradizione orale di quell’epoca) proibiva di entrare nel Tempio “con danaro annodato al fazzoletto”.
Spunti di Riflessione
Casa di preghiera
Gesù entra nel tempio e scaccia i venditori. A differenza di Luca, Marco, raccontando lo stesso episodio, si sofferma a descrivere la violenza con la quale Gesù compie la sua azione: «Rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe» (Mc 11,16). E capita, allora, di imbattersi anche in chi crede di poter interpretare questo brano come legittimazione dell’uso della violenza in certe situazioni! Ma è evidente che qui Gesù non è che si lasci andare ad un impeto di rabbia: sarebbe strano in colui che si è definito «mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Gesù sta semplicemente compiendo un gesto profetico, un gesto, cioè, che vuole annunciare un evento prossimo: la cacciata dei venditori è simbolo della distruzione del tempio antico; l’ingresso di Gesù è simbolo della costruzione del nuovo tempio. Il male che corrode il tempio antico è l’associazione di Dio e Mammona: male mai scongiurato del tutto. Gesù l’aveva detto: «Non potete servire a Dio e a Mammona» (cf Mt 7,24). Sono infatti due realtà opposte: Dio è gratuità, Mammona è tornaconto personale, Dio è dono, Mammona è possesso egoistico... Cacciati i venditori, nel tempio restano solo Gesù e il suo insegnamento: la Parola e il Corpo di Cristo sono l’edificazione del nuovo tempio spirituale. Gesù entra nel tempio: quale tempio? Quello di Gerusalemme, distrutto venti secoli fa? No, Gesù entra nel tempio che siamo noi (cf antifona al Vangelo), entra nel cuore di ciascuno di noi e vuole farne casa di preghiera!
«Se cerchi Dio nei cieli, si trova là, nei pensieri degli angeli; se lo cerchi sulla terra, si trova anche qui, nel cuore degli uomini» (Pseudo Macario).
La Parola per me, Oggi
Il mio cuore dovrebbe essere nel profondo una casa di preghiera, e tale da alimentare tutto quel che io sono e opero. Ma non succede a volte che diventa luogo contaminato e ingombro e... mercificato?
La Parola si fa Preghiera
Signore, in questo tempo dove una mentalità economicistica prende piede, tienimi libero interiormente. Che le profondità interiori del tempio del mio cuore non siano frastornate e profanate dagli interessi materiali, ma vivano per la gioia della lode e della carità.