Messalino di Venerdì 28 Aprile

Messalino di Venerdì 28 Aprile

Dagli Atti degli Apostoli (5,34-42)

In quei giorni, si alzò nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di far uscire [gli apostoli] per un momento e disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.

* Gamaliele sa che Dio è il reggitore della storia umana. Il suo giudizio è improntato dalla saggezza del suo sguardo, che scruta il cammino del popolo ebreo alla luce delle testimonianze bibliche.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 26)
Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

 

Canto al Vangelo (Mt 4,4b)
Alleluia, alleluia. Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15)

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

* Gesù, moltiplicando i pani, ha compiuto un’“opera” che ha riacceso nella gente le speranze messianiche: il miracolo perciò suscita l’entusiasmo della folla, che riconosce in Cristo il profeta preannunciato e desidera farlo re.

 

Spunti di Riflessione

«Non riuscirete a sconfiggerli»
Gli Apostoli abbandonano il sinedrio con animo sereno. Serenità di uomini animati da una fede in Gesù tanto incrollabile, da sentirsi felici per aver avuto parte con lui all’umiliazione e all’ignominia. Il loro sguardo andava oltre quell’umiliazione per fissarsi in colui che splendeva nella gloria. La fede nella risurrezione e nella glorificazione del Signore era qualcosa di più d’un’intuizione della loro anima: era una forza vitale.

«Dove possiamo comprare il pane...»
Durante l’Esodo dall’Egitto il sangue dell’agnello difese gli Israeliti dall’angelo della morte; ugualmente la fruizione del Sangue di Cristo custodirà e salverà il nuovo Israele dalla morte dell’anima. Come gli Israeliti ricevettero nel deserto la manna dal cielo, così l’Israele spirituale, la Chiesa, durante il suo pellegrinaggio terreno attraverso i secoli, riceverà da Cristo la vera manna, che darà la forza di avanzare.
Senza Cristo, pane di vita, gli uomini sono in preda alla fame, che non può essere calmata con un aiuto puramente umano. Ma Gesù non tarda a venire in soccorso della folla affamata.
Il prodigio operato non è che un segno per avvertire la folla che Gesù è il pane vero, disceso dal cielo. Nella festa di Pasqua dell’anno successivo, Gesù distribuirà il pane eucaristico: un delicato accenno all’Eucaristia si trova là dove si dice che egli «disse grazie» (in greco eucaristésas).

 

La Parola per me, Oggi

Lo scopo di Gesù nel fare i miracoli non è di cambiare le situazioni; è piuttosto quello di cambiare gli uomini; tocca poi agli uomini, rinnovati dal suo Vangelo, operare i miglioramenti necessari.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Tu, o Cristo, non discendesti dalla croce, quando ti si gridava: «Discendi dalla croce e crederemo che sei tu», perché una volta di più non volesti asservire l’uomo. Avevi bisogno di un amore libero e non di servili entusiasmi. Avevi sete di fede libera, non di una fede fondata sui prodigi. (Dostojevski)

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