Messalino di Venerdì 31 Agosto
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,17-25)
Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
«Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
* Il linguaggio della croce è una follia per la saggezza degli uomini; è però il solo che possa condurre alla fede e perciò alla salvezza.
Salmo Responsoriale (dal Sal 32)
Dell’amore del Signore è piena la terra.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Canto al Vangelo (Lc 21,36)
Alleluia, alleluia. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
* Nelle nozze giudaiche c’era la consuetudine che lo sposo arrivasse volutamente in ritardo, in un’ora avanzata della notte circondato da un mare di luce, per prelevare la sposa.
Spunti di Riflessione
L’attesa dell’aldilà
«Ecco lo sposo!». Lo sposo è sempre Gesù. «Andategli incontro!». Occorre uscire da noi stessi per andare incontro a Lui. Si ripete la chiamata di Dio ad Abramo: «Esci dalla tua casa, dalla tua patria, dal tuo paese e và verso il paese che io ti mostrerò».
Le sciocche perdono il corteo nuziale. Quelle che erano pronte entrarono con Lui nella sala delle nozze e la porta si chiuse. Essere pronti! È l’avvertimento continuo di Gesù: vigilanti, preparati sempre. È l’esortazione di D. Bosco ai suoi ragazzi: Tenetevi pronti. «E se la morte ti cogliesse questa notte?» lasciava scritto su un biglietto quando vedeva qualche ragazzo che era chiuso nel peccato.
La nostra vita è un’attesa. San Paolo lo sottolinea: «La salvezza è più vicina di quanto lo fosse all’epoca della nostra conversione». Esortava a sbrigare gli affari di questo mondo attendendo l’altro mondo. Trasaliva anzi di gioia al pensiero della morte, dell’incontro con Gesù!
Teilhard diceva: «Noi dobbiamo attendere tutta la vita. L’attesa non ha mai cessato di guidare come una lampada i progressi della nostra fede». «Un cieco pessimismo di fronte alle resistenze del male, purtroppo, fa calare il fuoco nei nostri cuori tormentati». «Qual è il cristiano in cui la nostalgia impaziente del Cristo arrivi non a sommergere, ma almeno a equilibrare le cure e le preoccupazioni di quaggiù?». Gesù dice: «Il Figlio dell’Uomo quando ritornerà troverà ancora la fede sulla terra?». È un’esortazione per ravvivare la fede, per stimolare un amore intenso verso di Lui; un amore Eucaristico, profondo, e un amore alla Verità. Noi siamo in un esilio. La nostra vita è come un esodo, un’uscita dall’Egitto, è un cammino verso la Terra Promessa.
La Parola per me, Oggi
«Preòccupati di non perdere mai per colpa tua una comunione. Una comunione! Una comunione vale più della vita, più di tutti i beni del mondo, più dell’intero universo, è Dio in persona, sono io, Gesù. Puoi tu preferire qualche cosa a me stesso? Per quanto poco mi ami, puoi trascurare volontariamente la grazia che ti faccio di entrare in te? Amami con tutta la capacità e la semplicità del tuo cuore».
La Parola si fa Preghiera
Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami, Signore, a vivere di te, e ad essere strumento della tua pace. Concedimi il gaudio di lavorare in comunione, e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri, pretendo di fare la mia corsa da solo.