Messalino di Venerdì 6 Settembre

Messalino di Venerdì 6 Settembre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1,15-20)

Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli. 

* Ogni strofa di questo inno paolino ha per oggetto il Verbo incarnato: 1) egli è il «primogenito» di tutta la creazione non sul piano cronologico, ma sul piano della causalità; nel creare il mondo Dio si è servito di Cristo come di un modello (cfrr Pro 8, 22 a proposito della Sapienza); 2) egli è pure il primogenito (qui cronologicamente e causalmente) sul piano soprannaturale. Si tratta del Cristo preesistente, nella sua personalità storica di Uomo-Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 99)
Presentatevi al Signore con esultanza.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome.

Buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione. 

 

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (5,33-39)

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

* Gesù vuol far capire che il breve tempo che trascorre con i suoi è un tempo di gioia, è il tempo di nozze della storia. Non sono le pratiche dell’uomo, fosse pure il digiuno e la preghiera, la cosa più importante; importante è ciò che fa Dio, è la venuta di Dio.

 

Spunti di Riflessione

Preghiere e digiuno sono importanti
Anche Gesù ha digiunato e pregato. E i suoi discepoli faranno altrettanto. La Chiesa stabilisce anzi dei giorni e dei tempi determinati di digiuno e assegna ai sacerdoti e ai religiosi obblighi particolari di preghiera. Ma non sono un fine, sono soltanto un mezzo, non sono uno scopo, sono un aiuto. La risposta di Gesù è chiara: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?». Egli è lo Sposo divino che è venuto a sposare la Chiesa. Quando non sarà più visibile, i suoi conserveranno ancora la gioia, ma non sarà più la gioia serena dell’allegria nuziale. Verrà per essi il tempo di digiunare.
Il cristianesimo non è una semplice interiorizzazione del giudaismo. È qualcosa di diverso e di nuovo. È un vino completamente nuovo che viene versato in otri pure nuovi. Con la venuta di Gesù anche le pratiche della vita religiosa cambiano e diventano nuove. L’apparenza resta la stessa, ma la sostanza è un’altra. Si digiuna e si prega prima e dopo il cristianesimo, ma in maniera completamente diversa.
Gli otri nuovi sono gli uomini nuovi che contengono il vino nuovo che è lo Spirito Santo. Il vino migliore è proprio quello nuovo, offerto generosamente dal Cristo (cfr Gv 2,10). È un invito a superare la falsa sapienza dell’ovvio, del ripetitivo, che è sempre rivolta al passato, e ad avere il coraggio del nuovo che è ignoto.

 

La Parola per me, Oggi

«Vino nuovo in otri nuovi». Dobbiamo lasciare che il vino nuovo, cioè la vita evangelica, fermenti in otri nuovi, ossia in un cuore sempre aperto e disponibile al soffio della Libertà divina. La novità evangelica non è soggetta al tempo: è ieri ed è oggi, pronta sempre a farsi imprevedibile nella sua originalità assoluta. A ciascuno di noi tocca ritmare il proprio passo sul Suo. Chiediamo allo Spirito Santo, il Dolce Ospite, un cuore sempre pronto ad accogliere e vivere la gioia del Vangelo.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, sposo della tua Chiesa, rendici disponibili alla tua Parola, perché possiamo accogliere la novità dell’alleanza che tu vuoi stringere con noi. Liberaci dalla vecchiaia dello spirito e del cuore, tu che sei fonte di vita sempre nuova e di giovinezza eterna.

 

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