Messalino di Venerdì 7 Febbraio

Messalino di Venerdì 7 Febbraio

 

Dal libro del Siràcide (47,2-11)

Come dal sacrificio di comunione si preleva il grasso,
così Davide fu scelto tra i figli d’Israele.
Egli scherzò con leoni come con capretti,
con gli orsi come con agnelli.
Nella sua giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellato l’ignominia dal popolo,
alzando la mano con la pietra nella fionda
e abbattendo la tracotanza di Golìa?
Egli aveva invocato il Signore, l’Altissimo,
che concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e innalzare la potenza del suo popolo.
Così lo esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nelle benedizioni del Signore
offrendogli un diadema di gloria.
Egli infatti sterminò i nemici all’intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
In ogni sua opera celebrò il Santo,
l’Altissimo, con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il suo cuore
e amò colui che lo aveva creato.
Introdusse musici davanti all’altare
e con i loro suoni rese dolci le melodie.
Conferì splendore alle feste,
abbellì i giorni festivi fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo del Signore
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
Il Signore perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un’alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.

* Davide è il povero per eccellenza che attende da Dio solo la vittoria che non gli può dare la sua debolezza. Il passato insegna che Dio è fedele, che Dio non cambia; l’azione di Dio può essere misteriosa, incomprensibile, ma rimane sempre “santa”.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 17)
Sia esaltato il Dio della mia salvezza.

La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome.

Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.

 

Canto al Vangelo (cfr Lc 8,15)
Alleluia, alleluia. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (6,14-29)

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

* Marco presenta l’uccisione di Giovanni non tanto come il martirio di un eroe, quanto come rifiuto del disegno di Dio: segno perciò premonitore dell’opposizione del mondo a Gesù e ai suoi discepoli.

 

Spunti di Riflessione

Elia
Prima della trasfigurazione finale era stato annunciato il ritorno di Elia. Questo nuovo Elia è venuto nella persona di Giovanni Battista (11,14), a rimettere tutto in ordine, ma «non l’hanno riconosciuto, lo hanno trattato come hanno voluto» (17,12). Poi viene Gesù, in forma umana, convive con noi, sorprende per la sua mitezza; ma non l’hanno riconosciuto. La sorte del Battista toccherà a Gesù. Capita pressa a poco così oggi. Elia per noi è la Chiesa, che prima della parusia (trasformazione finale) deve mettere tutto in ordine. Molti non l’accettano, la rifiutano, ne criticano le possibili controtestimonianze dovute alla sua situazione peccatrice e terrena, attendono altro, aspettano un altro Elia! Molti si costruiscono un Elia, un Giovanni Battista, un Cristo, una Chiesa su misura. Oggi per la Chiesa, come ieri per Gesù, la realtà dell’incarnazione che limita il divino (per Gesù la sua natura umana, per la Chiesa la realtà peccatrice, imperfetta) sono motivo di scompiglio nella fede. Vorremmo un’altra Chiesa. Dio ci chiede di accettare la Chiesa che Lui ci dà e di costruire la Chiesa che Lui vuole; come ha voluto che i contemporanei di Gesù prestassero fede alla Parola, ai gesti, alla realtà corporea del Gesù incarnato.

 

La Parola per me, Oggi

Il rimorso di Erode insegna di non sbarazzarsi, magari con la violenza, dell’annuncio profetico che la Chiesa continua a trasmettere.

 

La Parola si fa Preghiera

Quando tu mi parli, Signore, donami di ascoltare. La tua Parola non è dura, ma troppo spesso il mio cuore sì. Dammi la forza di ascoltarti anche quando la tua Parola scotta e, come un testimone scomodo della verità, capovolge i miei pensieri e la mia vita.

 

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