Messalino di Venerdì 9 Marzo

Messalino di Venerdì 9 Marzo

 

Dal libro del profeta Osea (14,2-10)

Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: “Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano».

* Il profeta invita il popolo a ritornare pentito a Dio e gli mette sulle labbra una formula di preghiera penitenziale, che contiene sia una domanda di perdono per ritornare in grazia con Dio, sia l’enunciazione dei propositi che intendono fermamente praticare.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 80)
Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

 

Canto al Vangelo (Mt 4,17)
Gloria e lode a te, o Cristo! Convertitevi, dice il Signore, perché il regno dei cieli è vicino. Gloria e lode a te...

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

* Il primo comandamento che nessun altro potrebbe sostituire, è di amare Dio. Bisogna dargli questa priorità per non essere lontani dal Regno di Dio. L’amore del prossimo, essenziale al Vangelo, s’innesta sull’amore di Dio da cui deriva il dinamismo.

 

Spunti di Riflessione

«Con tutto il tuo cuore...»
Con il cuore: la bocca parla dell’abbondanza del cuore, quindi nelle parole; con la mente: nel pensiero; con la forza: nelle azioni. Amare totalmente, si esprime in questo modo.
Cos’è l’amore? È l’io che si perde nel tu dell’altro, è un donarsi totalmente al tu; e l’amore è sempre “umile amore”, un dono. Ma un amore a tre dimensioni: Dio, prossimo, se stessi. Se io non amo me stesso, sono un cadavere, devo amarmi. Il guaio è che tendo ad amare esclusivamente me stesso e allora divento peggio di una bestia. Poi il prossimo, chi mi sta vicino. È facile amare uno che è assente, lontano, amare chi ci sta gomito a gomito è più difficile. E come lo si ama? Donarsi, fare attenzione all’altro come la faccio a me stesso. Amare se stessi è così facile, è così istintivo che non c’è bisogno di fare nessuna scuola. Imparare ad amare gli altri è difficilissimo.
E amare Dio: ancora più difficile, perché Dio non si vede. E noi per amare abbiamo bisogno di vedere qualche cosa. Allora Dio si è fatto vedere in Gesù. Ma Gesù, per avere un amore allo stato puro, si nasconde nell’Eucaristia e nella sua Parola, e si nasconde nei fratelli, nel prossimo, perché noi lo possiamo amare allo stato purissimo. Perché se si presenta così com’è, ci affascina talmente che non c’è difficoltà ad amarlo, cioè non c’è la prova. L’amore per essere amore dev’essere provato. Come faccio a dire “Ti voglio bene”, se mai ho avuto una difficoltà di dimostrarglielo. Perché dirlo a parole è molto facile...

 

La Parola per me, Oggi

«Con tutto il tuo cuore». Oggi è venerdì: avere pensieri centrati su Gesù. Pensiamo quanto Lui ci ha amato! Allora contraccambiare l’amore. «Ecco quel cuore divino che ha tanto amato gli uomini e che in ricompensa, in contraccambio, non riceve che ingratitudine».

 

La Parola si fa Preghiera

Signore nostro Dio, tu solo sei l’unico Signore, tu solo meriti un amore senza limiti che impegni il nostro cuore, la nostra intelligenza e tutte le nostre forze. Donaci la grazia di amarti con l’amore con cui tu ami te stesso, e di trasfigurare i rapporti col prossimo con l’amore con cui tu ci ami.

 

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