LE LEGGI FONDAMENTALI DELL’AMORE

LE LEGGI FONDAMENTALI DELL’AMORE
  • LE LEGGI FONDAMENTALI DELL’AMORE

                                                                             (di don Carlo De Ambrogio)

1. L’Amore consiste nel dono totale ed eterno dell’io al tu.
«Ogni giorno che passa più ti amo; oggi, più di ieri e molto meno di domani»: sono queste le parole che si ripetono coloro che si amano.

2. Il vero amore conosce soltanto due parole: “tu” e “sempre”.
Il vero amante non dirà mai: «Ti amerò per due anni e sei mesi…, ti amerò fino a che mi darai consolazioni…, ti amerò fino a quando mi consolerai…, ti amerò fino a che accetterai sempre la mia volontà, anche i miei capricci...»; ma dirà solamente: «ti amerò, per sempre; starò con te per sempre; vivremo insieme, lavoreremo insieme, godremo insieme e soffriremo insieme, per sempre».

3. L’amore è una scelta.
Ogni atto di amore è una affermazione, un passo affermativo, decisione. Ma è anche, nel medesimo tempo, una negazione. «Io ti amo» vuol dire che «non amo» un’altra persona.

4. L’amore implica un distacco.
In quanto è una scelta, l’amore implica anche un distaccò da un modo di vita precedente, una rottura con i vecchi vincoli. «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si dedicherà a sua moglie…». Parallelamente al distacco, vi e’ anche un profondo senso di attaccamento all’essere amato. Al desiderio dell’uno fa eco la risposta da parte dell’altro. La vita di matrimonio, impone rinunce e sacrifici, ma essa non pensa nelle rinunce che deve dare, ma solo nell’amore di predilezione che ha avuto e che l’ha spinta alla scelta, libera, di una persona (il suo sposo, la sua sposa) con il quale ora e per il quale ora lavora, gioisce e soffre. Non pensa alle rinunce che la sua vita le impone, ma solamente nella libera scelta fatta. Ed allora la domanda che l’amore si pone è: «Come?». Non si domanda perché devo amare, ma come devo amare?

5. La scelta termina nella identificazione con l’essere amato.
Qualsiasi amore brama l’unione, il completamento reciproco: se questo è il fine dell’amore, il mezzo per arrivare a questa unione è la rinuncia alla propria volontà, ai propri capricci, accettando la volontà dell’amato. Senza questa rinuncia, non si arriva all’unione. «La mia volontà mi appartiene, in quanto posso fare la tua»: sono parole che ogni amante ha sulle labbra. Qualsiasi cuore passa dalla scelta al possesso, dal desiderio all’unione, dal fidanzamento al matrimonio: ossia all’unione perfetta.         Questo perché amore non significa avere: amore significa dare, darsi, appartenere, essere posseduti.

6. L’Amore esige una rinuncia costante all’egoismo, al proprio interesse e comodità.
Le parole di amore devono tramutarsi in azione; i bisogni del prossimo possono diventare così imperiosi da obbligarci a sacrificare il proprio benessere al benessere di un altro.
Più il nostro amore si innalza verticalmente verso Dio, più si allarga orizzontalmente verso il prossimo.

7. L’amore è inseparabile dalla gioia.
Perché dire: «ora basta; non ne posso più. Sono già 5, 8, 10 anni ….. Sono stanca …  Il mio cuore lo dò ora a chi voglio, a chi mi può comprendere di più …».  Si può arrivare a questo punto? Purtroppo, sì: per tre principali: passioni, alcuni difetti particolari, tiepidezza.

  1. a) Passioni: orgoglio che conduce alla indipendenza e sensualità…
  2. b) Difetti particolari: carattere incostante, ostinato, falso, capriccioso, ribelle…
  3. c) Tiepidezza: ossia la pace fatta con uno o più peccati veniali, avvertiti, ripetuti e scusati (avvertenza, ripetizione, scusa).

Esaminiamoci seriamente sulla nostra vita per vedere bene il motivo per cui, spesso, abbiamo perduto l’allegria, la gioia e la pace.

8. L’amore è inseparabile dal dolore.
L’amore conosce sempre una qual certa insufficienza e scontentezza.                          Le difficoltà perfino i cambiamenti ed i ritmi dell’amore stesso costituiscono uno stato di tensione anche per l’amante più tenero. Nel nostro dolore, di qualunque genere sia, non dimentichiamo che, se il Padre Eterno dà al suo Figlio una croce, ed alla Madre una spada (la spada del dolore trafiggerà la tua alma), vuol dire che il dolore entra nel piano divino della vita, di ogni vita.
Amore (gioia) e dolore, camminano insieme… anche nella nostra vita.

9. Qualsiasi amore prima di ascendere ad un livello superiore, deve morire ad un livello inferiore.
(Per arrivare alla possessione di beni maggiori, bisogna rinunciare a beni inferiori).
Nel regno dell’amore non vi sono pianure: o si sale o si scende. Se non vi è purificazione, l’amore si muta nella fiammella incerta del sentimento ed in fine nella cenere dell’abitudine. Nessuno ha sete accanto ad un pozzo. Non si ama mai troppo: o si ama perdutamente o si ama troppo poco.
E la mediocrità il castigo di tutti quelli che si rifiutano di arricchire col sacrificio il proprio amore.

10. Il fine di qualsiasi amore umano è di fare la volontà di Dio.
L’amore fuori del tempo. Quando il vero amore si manifesta, ci sono dapprima due amori uno di fronte all’altro, desiderosi di possedersi. Allorchè l’amore progredisce, i due amori, invece di desiderarsi l’un l’altro, desiderano ambedue qualcosa che è fuori di essi. Ambedue bramano congiungersi in una unione che li trascenda, ossia in Dio. In un primo momento la felicità consiste nel far la volontà dell’altro, poi la felicità consiste nel fare la volontà di Dio. Ecco perché, quando vi è un puro amore cristiano, marito e moglie diventano, col passar del tempo, sempre più religiosi. Amarci come Dio vuole che ci si ami: amore a Lui ed al prossimo…
Custodiscimi per sempre in questa santa disposizione.         
 Attira a te, misericordioso, queste nostre volontà, spesso ribelli”.

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