In attesa con Maria

NOVENA DI NATALE – Domenica 22 Dicembre
Un Canto: Giuseppe, non temere
INVOCAZIONE E PREGHIERA
Soccorrici, Signore, nella tua misericordia.
Vieni presto in nostro aiuto.
L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria
– Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave Maria…
Eccomi, sono la serva del Signore.
– Si compia in me la tua parola. Ave Maria…
E il Verbo si fece carne.
– E venne ad abitare in mezzo a noi. Ave Maria…
IN ASCOLTO – Dal tuo Messalino leggi Mt 1, 18-24
RIFLESSIONE
* Giuseppe è giusto. Non comprende l’enigma, ma neppure cerca di sondarlo. Egli è buono e, per la giustizia legale che ha nel cuore, non vuole accettare un bimbo di cui ignora la paternità, e, convinto allo stesso tempo della virtù di Maria, rifiuta di esporre al rigore legale questo mistero che egli non comprende. Dio interviene: è lo Spirito Santo la causa meravigliosa di ciò che avviene in Maria. Questo è il mistero di Gesù, mistero di sorpresa e di scandalo. Gesù è solidale con l’uomo, ma Egli viene dall’alto. E Giuseppe, uomo giusto, crede ciecamente alle parole dell’angelo.
* Gesù vive in Maria! Dio in lei per diventare Dio con noi. Dio nei limiti stretti del corpo di una donna per estendere i limiti del suo corpo fino alle estremità del cosmo. Dio in lei per diventare uomo, per farsi carne.
Maria, parte eminente del corpo che ella stessa genera, meraviglia inaudita, porta attraverso cui passano il soffio divino e la vita, Madre di tutti i viventi che vivono della nuova vita.
* Giuseppe, tu hai saputo ascoltare e fare la Parola che veniva da Dio e non dalle tue paure. Insegna anche a noi a spalancare le nostre mani per ricevere Dio stesso, attraverso Maria. Insegnaci a non tirarci indietro, ma a giocare tutta la nostra vita come hai fatto tu, per Gesù, che è sempre con noi.
PADRE NOSTRO…
O SANTA MADRE DEL REDENTORE, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.
Ci fu uno scultore norvegese che stava scolpendo una statua molto bella, il ritratto di sua madre. E si alzava il mattino presto, quando incominciava appena a trapelare la prima luce dell’alba e andava subito a lavorare, e non finiva. Passava ore in contemplazione e non finiva di scalpellare questa statua. Gli dissero: «Ma basta, ma quanto ci impieghi a scolpire quella statua?». Si volse e disse: «Ma sentite, ognuno, la sua mamma vuole farla bella». Ora pensate: Dio, è l’unico che si è scelto una madre; come avrà fatto Maria, di una bellezza immensa! Poi ce l’ha data come Mamma. Quindi di una sensibilità, di un amore, di una dolcezza ineffabile. Di un profumo, di un sorriso, di uno sguardo, di un candore, qualche cosa di inimmaginabile!


