IN PREGHIERA DAVANTI ALLA SINDONE “Icona del Sabato Santo” – 11 Aprile ore 17 –

Sabato santo 11 aprile, venerazione straordinaria della Sindone «Icona del Sabato Santo» (Benedetto XVI) in diretta tv e sui social alle 17. Monsignor Nosiglia (arcivescovo di Torino) guiderà dalla Cattedrale una liturgia di preghiera e contemplazione per «impetrare da Cristo morto e risorto – che il Sacro Telo ci presenta in un modo così vero e concreto – la grazia di vincere il male come ha fatto lui, confidando nella bontà e misericordia di Dio».
«PIÙ FORTE È L’AMORE. Questo è l’annuncio pasquale che la Sindone ci porta a rivivere e ci riempie il cuore di riconoscenza e di fede.
Sì, l’amore con cui Gesù ci ha donato la sua vita e che celebriamo durante la Settimana Santa è più forte di ogni sofferenza, di ogni malattia, di ogni contagio, di ogni prova e scoraggiamento. Niente e nessuno potrà mai separarci da questo amore, perché esso è fedele per sempre e ci unisce a lui con un vincolo indissolubile» (Nosiglia).
«Giuseppe di Arimatea prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito…» (Mt 27,59)
La Sindone è un lenzuolo di lino, lungo circa metri 4,40 e largo metri 1,13: avvolse il corpo di Gesù quando venne schiodato dalla croce e deposto nel sepolcro. Attualmente è custodita, immersa in gas inerte Argo e in condizioni climatiche sotto controllo, in una teca protetta, nel Duomo di Torino.
«Il Volto della sindone comunica una grande pace; questo corpo torturato esprime una sovrana maestà. È come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto».
(Papa Francesco )«La sacra Sindone, la reliquia più splendida della passione e della risurrezione» (San Giovanni Paolo II)
CENACOLO GAM IN FAMIGLIA SULLA SINDONE
Segno di croce: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen».
Invocazione allo Spirito Santo
VIENI, SANTO SPIRITO
MANDA A NOI DAL CIELO
UN RAGGIO DELLA TUA LUCE.
Nel secondo mistero doloroso voglio meditare
la flagellazione di Gesù Cristo alla colonna.
Padre Nostro, che sei cieli…
1° AVE MARIA
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) cominciò a provare tristezza e angoscia. (Mt 26,36)
La passione e morte di Gesù nella Sindone di Torino è documentata in modo così fedele e preciso che è stato possibile ricostruirla nelle sue cinque fasi (flagellazione, coronazione di spine, andata al Calvario, crocifissione, sepoltura).
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto È legge di Gesù…
Canto:
È LEGGE DI GESÙ: se il chicco di frumento
non cade a terra e muore, frutto non porta più.
È legge di Gesù: chi vuol fruttificare
deve perciò marcire, quando saprà morire,
potrà ben maturare, potrà ben maturare.
2° AVE MARIA
Gesù andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. (Mt 26,39) «Una mano divina ha guidato le impronte del Sangue e del dolore sul lino della Sindone: sangue di redenzione,di dolore e morte da parte di un Amore divino pazzamente innamorato».
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto
3° AVE MARIA
Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. (Lc 22,44)
Il solo evangelista che riporta il fatto del sudore di sangue è un medico: Luca. E lo fa con la precisione di un clinico. Il sudar sangue (o ematoidròsi) è un fenomeno rarissimo. Si produce in condizioni eccezionali; a provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una scossa morale violenta, causata da una profonda emozione, da una grande paura. Lo spavento e l’angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati degli uomini devono avere schiacciato Gesù.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto
4° AVE MARIA
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. (Gv 19,1) Nella Sindone sono documentati 120 colpi di flagello.
La flagellazione, di tipo romano, si effettuava con delle strisce di cuoio multiplo su cui erano fissate due palle di piombo o degli ossicini. La Sindone rivela che i flagellatori di Gesù furono due, posti rispettivamente a destra e a sinistra. Colpirono a staffilate la pelle di Gesù, già alterata da milioni di microscopiche emoraggie del sudor di sangue. La pelle si lacerava e si spaccava e ne sgorgava il sangue. A ogni colpo il corpo di Gesù trasaliva in un soprassalto di dolore.
Ave,o Maria, piena di grazia… Canto: Non c’è amore più grande …
5° AVE MARIA
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. (Mt 27,27- 29)
Dalla Sindone si rileva che tutta la calotta cranica di Gesù è tempestata di tracce sanguigne provocate da un casco di spine. Con lunghe spine, più dure di quelle dell’acacia, gli aguzzini avevano intrecciato una specie di casco e glielo avevano applicato sul capo. Le spine penetrano nel cuoio capelluto e lo fanno sanguinare. I chirurghi sanno bene quanto sanguina il cuoio cappelluto.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto: Non c’è amore più grande …
6° AVE MARIA
Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: “Salve, re dei Giudei!”. Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. (Mt 27,29-30)
Sulla fronte di Gesù nella Sindone è evidente una colata di sangue a 3 rovesciato: proviene da una grossa vena frontale; la forma a 3 rovesciato la si deve alle rughe della pelle, formatesi per gli immensi sforzi di resistenza al dolore.
Ave,o Maria, piena di grazia… Canto: Non c’è amore più grande …
7° AVE MARIA
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i mal- fattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere. (Lc 23,33-35)
I carnefici spogliano Gesù; ma la sua tunica è incollata alle pieghe e il toglierla è semplicemente atroce. Non avete mai staccato la garza di medicazione da una larga piaga contusa? Non avete sofferto voi stessi questo supplizio che richiede talvolta l’anestesia generale? Potete allora rendervi conto di che si tratta. Ogni filo di stoffa aderisce al tessuto della carne viva; a levare la tunica, si lacerano le terminazioni nervose messe allo scoperto nelle piaghe. I carnefici danno uno strappo violento. Come mai quel dolore atroce non provoca una sincope? Il sangue riprende a scorrere; Gesù viene steso sul dorso. Le sue piaghe s’incrostano di polvere e di ghiaietta.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto: Non ha più volto d’uomo
8° AVE MARIA
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. (Gv 19,16-19)
Distendono Gesù sul braccio orizzontale della croce. Gli aguzzini prendono le misure: un giro di succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei chiodi. Il carnefice prende un chiodo (un lungo chiodo appuntito e quadrato), lo appoggia sul polso di Gesù; i romani sapevano bene che se avessero infitto il chiodo nel palmo della mano, come si usa raffigurare in tutti i crocifissi, dopo pochi minuti la mano si sarebbe sfilata dal chiodo. Il carnefice con un colpo netto di martello pianta il chiodo nel carpo e lo ribatte saldamente sul legno.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto Non ha più volto d’uomo…
9° AVE MARIA
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: “Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Rispose Pilato: Quel che ho scritto, ho scritto”. (Gv 19,20-23)
Nel carpo c’è il cosiddetto spazio di Destot e otto ossicini. Qui il chiodo incontra il nervo mediano che è sensorio (cioè, se viene leso provoca un dolore lancinante da mandare in delirio) ed è anche motorio (muove il pollice, tramite i fasci muscolari del tenar): i chirurghi hanno notato che non appena un chiodo viene conficcato nel carpo, il pollice si ritrae nell’interno del palmo della mano. L’impronta della mano sinistra di Gesù nella Sindone mostra solo quattro dita, e non si vede il pollice. Gesù deve aver provato un dolore lancinante acutissimo, che si è diffuso come una lingua di fuoco nella spalla e gli ha folgorato il cervello: un supplizio che durerà tre ore. Un unico chiodo fu piantato nei piedi. La Sindone rivela che tre (e non quattro) furono i chiodi che crocifissero Gesù.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto Non ha più volto d’uomo…
10° AVE MARIA
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte . E i soldati fecero così. (Gv 19,23-24)
L’accasciamento oppresse fortemente Gesù che stentava a respirare. Ogni poco Gesù, facendo leva sui piedi inchiodati, si sollevava, e così trovava la forza di rivolgere la preghiera al Padre Celeste e le parole di strazio di addio alla Madre, al discepolo prediletto Giovanni e al buon ladrone. Sulla Sindone si possono leggere le colature di sangue lungo le braccia.
Ave, o Maria, piena di grazia… Canto Non ha più volto d’uomo…
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…
Piccola Consacrazione alla Mamma Celeste:
Ave Mamma, piena di grazia, Madre di Dio e della Chiesa,
noi ci consacriamo al tuo Cuore Immacolato e Addolorato,
tienici sempre amorosamente per mano.



