L’ARTE DI MANTENERE LA CALMA

L’ARTE DI MANTENERE LA CALMA

Il sapersi mantenere calmi non è un dono di natura che si ha o non si ha; ma una virtù alla portata di tutti.
La tranquil­lità dell’animo, così necessaria per essere felici e per produrre del buon lavoro, è frutto di fede e di preghiera.

 

Ed ecco sette regole, cioè sette suggerimenti:

  1.  Saper rasserenare. Nulla vale una parola rasserenante per alleggerire un’at­mosfera troppo greve. Durante la secon­da guerra mondiale, sul fronte indo-bir­mano, il maresciallo britannico visconte William Slim cercava un modo di solle­vare il morale dei suoi ufficiali dopo una grave sconfitta. “Le cose potrebbero andar peggio” cominciò. “E come?” chie­se una voce dal fondo “Beh”, disse Slim, potrebbe piovere”.
  2.  Non precipitate. Sotto la spinta di una forte emozione si è tentati di agire a pre­cipizio. Spesso, in un momento critico, un’azione affrettata è proprio l’opposto di quel che si richiede. Potrebbe essere meglio soprassedere. Mentre indugiamo possiamo evitare azioni avventate. Inoltre un breve indugio può riportare alla memoria una risposta che mancava. Un professore di lettere, nel corso di una lezione, non riusciva più a ricordare l’au­tore della commedia che stava discutendo con i suoi allievi, e questi cominciavano ad accorgersene. Ma lui, senza perdere la testa, continuò la discussione, lasciando che il tempo gli riportasse alla memoria il nome dimenticato. Infine lasciò cadere con indifferenza il nome dell’autore, e osservò impassibile: “Mi stupisce che nessuno di voi ci abbia pensato”.
  3. Non siate prepotenti. Cercare una sod­disfazione d’amor proprio imponendo ad altri le nostre idee o la nostra volontà pro­voca attriti senza fine. A nessuno piace essere messo con le spalle al muro: eppu­re spesso noi, con la nostra esigenza costringiamo l’avversario, subordinato o superiore, a mettersi in questa posizione imbarazzante.

“Una delle maggiori difficoltà nel mio mestiere” dice uno specialista di contro­versie “consiste nell’evitare che la gente si cacci in un vicolo cieco. E per tentare di impedirlo avvio gradatamente le parti in causa al punto in cui io suggerisco una soluzione. Non appena l’ho suggerita, la lascio cadere e mi metto a parlare d’altro, della mia barca o che so io, pur di dare loro tutto il tempo di riflettere all’offerta prima di parlare. In seguito, saggio le loro reazioni. Con questo metodo si evita di solito che la gente si metta da sé in situa­zioni dalle quali è difficile tornare indie­tro. Non avete idea delle persone che sono state aiutate da quella mia barca”.

  1. Considerate i motivi. Nulla ci fa perde­re le staffe così rapidamente come una critica aspra o un insulto. Qualche tempo fa chiesero a uno psichiatra come facesse a restare calmo davanti alle ingiurie che nella sua professione riceve così spesso dai malati.

“Gran parte degli insulti che riceviamo non sono effettivamente diretti a noi” rispose. “Di solito il malato ce l’ha con qualche altro, parente, amico, superiore: e si sfoga con noi semplicemente”. Questa è una riflessione che tutti noi dovremmo fare molto più spesso. “Un’altra cosa da tener presente è che per litigare bisogna essere in due. Qualche settimana fa una signora nel mio studio voleva litigare a tutti i costi”. “Gli psichia­tri sono tutti pazzi”,  mi disse. “Curioso, risposi. Stamani mentre venivo allo stu­dio pensavo esattamente la stessa cosa”.

  1.  Siate sinceri. “Se un’intervista mi innervosisce” diceva un giornalista “lo dico francamente. Questo mi calma e spesso mette anche l’altro a suo agio. Una volta, mentre intervistavo un alto funzionario, rimasi non meno di un minu­to in silenzio cercando un modo di avvia­re la conversazione”. Infine dissi: ”Non riesco a trovare nulla per rompere il ghiaccio”. E tanto bastò.
  2. Siate preparati. La necessità di una buona preparazione ebbe la sua riprova drammatica in occasione del volo spazia­le dell’astronauta Gordon Coopero. Quando il sistema automatico che avreb­be dovuto provvedere al rientro dell’a­stronave ebbe un’avaria, Cooper prese con calma il comando manuale ed effet­tuò uno dei migliori rientri. “Non ero molto preoccupato” disse. E questo per­ché si era esercitato in ogni possibile manovra di emergenza, infinite volte. “Avevamo provato, provato e riprovato tutto” disse Coopero. “Mi sentivo lì dentro come a casa mia”.
  3.  Siate previdenti. Il presidente del consiglio di amministrazione di un grande quotidiano di New York, l’Herald Tribune, non partecipa mai a una discussione senza aver prima vagliato scrupolosamente tutte le eventualità. Se prevede che ci sarà bat­taglia tra punti di vista opposti, soppe­sa gli argomenti che potrebbero essere addotti e riesamina le proprie opinioni. Se sa che toccherà a lui di influire sul­l’assemblea, prevede ogni possibile attacco e rende la sua posizione quan­to più forte è possibile. Come risultato delle sue previsioni meditate, non è mai nervoso quando si reca a una seduta e non esce mai irritato. Un suo collaboratore lo giudica “il più calmo fra tutti i dirigenti che conosco”. Sapersi serbare calmi è cosa che giova al nostro benessere.
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