LE PICCOLE COSE DI OGNI GIORNO

LE PICCOLE COSE DI OGNI GIORNO

Vivere intensamente il momento presente centuplica le forze. 

La vita di ogni giorno dev’essere vissuta in maniera straordinaria. «Straordinaria nell’ordinario».
Il poeta tedesco Rilke fece questa esatta, precisa osservazione: «Se la tua vita di ogni giorno ti sembra povera, non metterla sotto accusa; accusa piuttosto te stesso di non essere abbastanza attento nello scoprirne le se ricchezze divine».
La vita di ogni giorno è pienissima di ricchezze divine. Ogni giorno è carico di eternità.
Le piccole cose sono promesse di grandi cose. Il tempo che noi viviamo, giorno per giorno, è preparazione di eternità.

Quali sono le piccole cose di ogni giorno che noi dobbiamo vivere con animo grande?

  • IL LAVORO – Il lavoro è il contenuto caratteristico della giornata lavorativa, della giornata feriale quotidiana. Non dev’essere nè il vertice, nè l’analgesico dell’esistenza; cioè l’esistenza non deve tutta riassumersi nel lavoro avere al vertice il lavoro; e neppure il lavoro dev’essere un analgesico, una droga che stordisce, che distoglie da ciò che è più importante. Il lavoro quotidiano è un lavoro duro, ma anche sopportabile; è un lavoro ordinario, abituale. Conserva la nostra vita: difatti è facile notare che senza lavoro facilmente e rapidamente ci si degrada, cioè ci si avvia verso la morte. Conserva la nostra vita e nello stesso tempo la logora. È un fatto che il lavoro non ci può mai piacere del tutto, perché è una grigia ripetizione della stessa azione; però è anche un doversi mettere a disposizione degli altri; il contributo è un fine comunitario (di tutta la comunità); è, In definitiva, un atto di obbedienza. È segno del peccato, è una sua conseguenza, ma è stato redento da Gesù, santificato da Gesù, per cui può essere «fatto nel Signore»; diventa allora un meraviglioso esercizio di pazienza.

Che cos’è la pazienza? È la forma assunta dalla fede nella nostra vita quotidiana. È un prolungamento di amore. Ecco una delle piccole cose di ogni giorno: il lavoro; è il tessuto della nostra vita quotidiana.

  • IL CAMMINARE – Tra gli atti di ogni giorno rientra il camminare. Che grazia il poter camminare. Basti pensare a quel che si prova quando si è immobilizzati o paralizzati su dì un letto. Il camminare ci avverte che siamo pellegrini su questa terra, che siamo in cammino verso una grande realtà futura. I primi cristiani erano chiamati «pellegrini». La nostra vita è un pellegrinaggio, è un cammino. Camminando, noi dimostriamo di non avere un luogo stabile, di essere in via, di essere uomini in transizione. Ogni giorno noi si cammina, ci si sposta da un ambiente all’altro; ci si reca a una determinata occupazione, camminando. La vera e ultima realtà, quella finale, ci viene incontro solo se noi le andiamo incontro e camminiamo.
  • IL SEDERSI – Dopo un cammino sfibrante, il sedersi dà un senso di gioia, di soddisfazione; mettersi a sedere è una sosta, un riposo.

L’uomo, in definitiva, attraverso la sua giornata cerca sempre il riposo. C’è nel Vangelo di San Luca un’espressione significativa: «Il Signore farà sedere a tavola i suoi eletti». Ecco il riposo atomo, la gioia, la festa, la soddisfazione più grande. Occorre avere il coraggio, il raccoglimento e la libertà del cuore per sederci e riposare. C’è un riposo che è silenzio e si sostiene da sè: è la preghiera. È il riposo dell’anima, è la quiete con Dio. Nell’Apocalisse si legge questa frase di Gesù: «Il vincitore, io lo farò sedere con me sul mio trono».

  • IL MANGIARE – Non è soltanto una specie di rifornimento di forze fisiche; è qualcosa di più misterioso, è un atto di tutto l’uomo. Notate come nel pasto tutti gli uomini sono tra loro in mutua comunione. È il segno dell’unità definitiva. Nell’aldilà ci sarà un unico Pane, Gesù, che è il cibo dell’eternità. Perciò il nostro desinare, il nostro pasto di ogni giorno, deve assumere un carattere festoso, un carattere di gioia. È la festa di ogni giorno. Il mangiare a colazione, a pranzo, a cena, ci parla con voce lieve ma percepibile del Banchetto della vita eterna.
  • IL DORMIRE – Noi trascorriamo nel sonno un buon terzo della nostra esistenza. Il sonno, nella Sacra Scrittura, è una immagine della morte. È immagine quindi di tutto ciò che è cupo, simbolo dello sprofondamento nel peccato, ma è anche il tempo di una liberazione interiore dell’uomo; l’uomo nel sonno diventa più recettivo che mai alle istruzioni di Dio. Ecco i sogni. Pensate ai sogni di San Giuseppe, di Don Bosco. Il sonno è qualcosa di misterioso come la morte. In definitiva è un atto di fiducia in una realtà di cui noi non possiamo disporre, che non possiamo controllare. Il sonno è simile alla preghiera; anch’essa è un abbandono fiducioso alle disposizioni amorose di Dio sulla nostra esistenza.

Occorre quindi abbandonarci al sonno con la preghiera. La preghiera vespertina, la preghiera prima di addormentarsi, è un affidarci con fiducia al mistero che sempre ci avvolge; il mistero di Dio che ci avviluppa col suo amore. Il sonno è immagine della morte. Noi si muore ogni giorno. Questo è vero anche dal lato biologico.
Gli scienziati hanno tracciato un grafico della nostra morte quotidiana. Dicono: tra i 30 e 90 anni il peso dei muscoli diminuisce del 30%, come anche la loro efficienza. Il peso del cervello passa da una media di un chilo e 375 grammi, a un chilo e trenta grammi: le cellule cerebrali che muoiono, non vengono più costruite; sono irreversibili. I nefroni dei reni si dimezzano; persino le papille gustative della lingua scendono da 245 (che è la media della giovinezza) a 88 in un uomo di 90 anni. Il cuore pompa meno sangue; gli occorre più tempo per riprendersi dopo sforzo. All’età di 90 anni il cuore può pompare solo la metà del sangue che pompava a 20 anni. Attraverso i polmoni passa meno aria; l’efficienza polmonare cala anche più precipitosamente e a 75 anni è meno della metà  rispetto a quella di un giovano di 20 anni. Le fibre nervose conducono gli impulsi con una velocità che può scendere del 15%. Le nostre reazioni, i nostri riflessi diventano quindi sempre più lenti. Le unghie crescono più lentamente. L’organismo muore un po’, ogni giorno. Mistero della morte!

 

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