NOVEMBRE, SULLA SCIA DI DON CARLO E DON BRUNO

Due protagonisti del capovolgimento e cambio di marcia di tanti cuori giovanili in cerca del futuro di Dio
Gli anni potranno scorrere, ammucchiarsi sull’aia del tempo ed essere immagazzinati nell’eternità; il calendario del mondo potrà continuare a sfogliarsi come una rosa d’autunno al vento della storia, ma i giovani del GAM non smetteranno mai di dire a don Carlo e don Bruno; “Grazie! Grazie di essere esistiti!”.
Hanno sfiorato appena il nostro suolo senza lasciarsene corrompere e sono tornati da Colui che li aveva “scelti e inviati”.
È stato un attimo di secondo lo sfilare veloce di due meteore fiammeggianti: che luce!… che scia!
Due meteore … e sono tornate alla luce, ma la loro scia è rimasta.
IL LORO VIVERE ERA CRISTO
Si può dire cosi di Don Carlo: “era ciò che diceva”. In lui non si scorgeva dissonanza tra ciò che pensava, diceva o faceva: il suo pensiero era “il pensiero di Cristo”, la sua parola era la Parola di Dio, il suo “vivere era Cristo”. In lui non c’erano obiettivi secondari, ce n’era uno soltanto, l’unico: diffondere il Regno di Dio, la Parola di Dio attraverso il Cuore Immacolato della Mamma Celeste. La passione per la Parola l’ha reso incandescente, vibrante, trascinatore di anime giovanili.
Accanto alla figura di Don Carlo i giovani GAM conservano luminoso nel cuore il ricordo di Don Bruno. Chi vedeva Don Bruno per la prima volta avvertiva subito di trovarsi davanti ad un uomo forte, dalla personalità decisa. Ma andando avanti scopriva che dietro questa prima impressione si nascondeva un cuore caldo e sensibilissimo, tutta trasparenza.
Don Carlo De Ambrogio (25.03.1921 – 7.11.1979) iniziatore e primo animatore del movimento GAM
«È vissuto nell’ascolto assiduo e amoroso della Parola di Dio. Conosceva le Sacre Scritture, le riviveva e le spiegava nell’ebbrezza dello Spirito.
Di qui la sua pentecoste. Ogni giorno di più divampava in tutto il suo essere il fuoco del Risorto.
Egli trovò in Maria – il segreto dell’amore totalitario e gioioso a Dio e ai fratelli in termini di “Magnificat” …
Visse nella Chiesa come messaggero dello Spirito e ministro fiamma di fuoco.
Il messaggio rovente, però, scaturiva sempre da labbra sorridenti di un volto luminoso di fanciullo in toni dolci, limpidi, penetranti. Lo capivano meglio i cuori giovanili o assetti di giovinezza» (Card. Corrado Ursi)
Don Bruno Busulini (14.12.1919 – 13.11.1991)
«Don Bruno era l’uomo dell’ascolto, il discepolo, colui che ascolta per imparare, per assimilare, per trasmettere. Un tipo di ascolto che veniva dalla sua elevata statura intellettuale, d’uomo di cattedra, uomo di letteratura, uomo di scienza matematica che ha saputo aggregare la sua cultura alla sua realtà sacerdotale …
Don Bruno, sacerdote nel senso vero, nel senso pieno della parola, totalmente dedito alla sua missione, totalmente attaccato alla sua vocazione, tutto pervaso dall’ideale che aveva ricevuto da Don Carlo De Ambrogio, tutto proiettato nella scena della Chiesa del nostro tempo, nell’attaccamento profondo alla sua Gerarchia, veramente dedito all’evangelizzazione secondo le direttive del supremo Magistero e dell’Episcopato» (Mons. Giulio Nicolini).


