Ottobre: Che cos’è il Rosario?

Ottobre: Che cos’è il Rosario?

(di Don Carlo De Ambrogio, testi tratti dalla Rivista Salesiana: “Ecco tua Madre” n° 7/8)

  1. Il Rosario, nella sua evoluzione storica, è sempre stato una preghiera veramente semplice: la preghiera dei poveri. Il Rosario richiede e insieme stimola la semplicità e la povertà di spirito nei cuori che vi sono disposti. «Il Rosario di Maria – disse papa Giovanni – è una grande preghiera pubblica e universale, in faccia ai bisogni ordinari e straordinari della Chiesa, delle nazioni e del mondo intero».

 

  1. Liturgia e Rosario sono incentrati sul mistero di Cristo. Ciò che la Liturgia sviluppa in un anno, il Rosario lo presenta nella sintesi di un’ora, soffermandosi sui misteri. Il Rosario è meditazione, che ha per oggetto un fatto ricevuto dalla fede; è insieme preghiera; è narrazione evangelica, cioè Parola di Dio, è risposta.

 

  1. La struttura essenziale del Rosario poggia sulla meditazione dei misteri di salvezza in comunione con la Madonna. La meditazione semplice, quasi visiva, del mistero cristiano è l’anima del Rosario. Maria diviene nel Rosario «il miglior posto d’osservazione» per contemplare il mistero di Cristo. La meditazione diventa adagio adagio immedesimazione con Maria nel pensare, amare, vivere il mistero «come Lei lo ha vissuto» (Paolo VI).

 

  1. La ripetizione delle Ave Maria ci tiene legati costantemente alla Madonna e, in particolare, al mistero dell’Incarnazione, radice di tutti i misteri del Rosario. La ripetizione delle Ave Maria ci «mette quasi a dialogo con la Madonna» (Paolo VI) e ci porta all’intimità del suo Cuore di Mamma. I sentimenti di Maria di fronte al mistero della salvezza sono nel Rosario la via privilegiata per entrare in comunione col mistero di Cristo.

 

  1. Il Rosario è preghiera cristocentrica: porta a Gesù attraverso Maria, la «rosa» in cui il Verbo carne di fece (Dante).

 

  1. L’Ave Maria, nel Rosario, è lode: è un continuo, gioioso annuncio del mistero dell’Incarnazione.

 

  1. Il Rosario dà il suo frutto di vita solo quando è pregato con continuità, quando ha una sua parte nella nostra giornata di lavoro.

 

  1. Il Rosario, sempre raccomandato dai Papi, ebbe una conferma nelle due più grandi apparizioni mariane: Lourdes (1858) e a Fatima (1917). A Fatima la Vergine si presentò come la «Madonna del Rosario».

 

  1. Nel messaggio di Fatima, il Rosario viene presentato come una preghiera orale e mentale specialmente nella meditazione dei misteri: esso è «un far compagnia a Maria» per un quarto d’ora; è preghiera che porta a Gesù; è preghiera da dire per tutta la Chiesa e in particolare per i peccatori; è da recitare ogni giorno.

 

Il Rosario nasce dallo stupore cagionato dalla lettura del primo fatto evangelico: il fatto dell’Annunciazione. Pregare quindi Maria, protagonista dell’Annunciazione, significa porre un raffronto, significa confrontarsi con un modello: stimola a vivere sul suo esempio il nostro rapporto personale con Dio. Ecco il senso delle parole di Gesù morente: «Ecco tua Madre».

Riscoprire oggi Maria significa riscoprire il valore della Preghiera. La preghiera scaturisce – dal «si» di ciascuno di noi in risposta alla chiamata di Dio. L’intrecciarsi di questo dialogo fra la creatura e il suo Creatore è preghiera.

Occorre avere un cuore di povero per pregare come la Madonna, nostra Mamma;  Ella fu la prima a meditare e a conservare nel suo cuore le parole di Gesù; l’ultima a staccarsi dalla croce. Tutta la vita di Maria è come una linea ascendente verso Dio.

Proviamo allora anche noi a pregare il Rosario con l’anima e il cuore di Maria.

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