Una lode di gloria

Una lode di gloria


Da secoli la Chiesa ha raccolto i canti ispirati di Israe­le. I Salmi erano cari a Gesù, e familiari sulle sue labbra; perfino sulla croce espresse il suo dolore con le parole di un Salmo: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbando­nato?».

Centocinquant’anni dopo l’Ascensione di Gesù, Cle­mente Alessandrino diceva: «Noi lodiamo Dio mentre ariamo i campi; cantiamo i Salmi mentre stiamo navi­gando».

E altri centocinquant’anni dopo, San Girolamo raccon­ta come i cristiani si dilettassero dei Salmi e li cantassero giorno e notte: «Aratori, mietitori, vignaioli, pastori, non avevano sulle labbra altre canzoni».

Anche oggi su tutti i meridiani della terra, a tutte le ore, i Salmi salgono, odorosa nube di preghiera, verso Dio. Li ripetono instancabilmente tutti i sacerdoti, per i quali i Salmi sono la preghiera quotidiana; li ripetono monaci e religiosi nei loro cori.

Ad Assisi nel coretto della chiesuola di San Damiano, quella che Francesco restaurò portando mattoni e calce, e dove visse in mirabile vita e morì Santa Chiara, vi è una antichissima scritta che riassume perfettamente l’animo con cui la Chiesa fa ripetere i Salmi ai suoi figli. Dice così:  

«Non la voce, ma la supplica;
non il clamore, ma l’amore;
non le corde musicali ma il cuore              
squilli col Salmo all’orecchio di Dio.
La lingua canti intonata allo spirito,
e lo spirito armonizzi con Dio».    

 

La preghiera dei Salmi:

·  è «una cetra, un’arpa dello Spirito Santo», dice S. Giovanni Crisostomo.

·  è la gioia della Madonna, degli angeli e dei santi che ci «attorniano in preghiera come un’immensa nube di Testimoni».

·  è un rodaggio che ci collauda a diventare in eterno, ciascuno di noi, una lode di gloria della Trinità; «una luce di amore verso Dio», diceva Tertulliano.     

Ti guidi in questa preghiera la soave educatrice Maria sempre Vergine, Madre di Dio e della Chiesa.    

 

Nell’amore dei Tre con la Mamma Celeste, don CARLO DE AMBROGIO    

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